2013

Palombo e Gastaldello, due cuori blucerchiati

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Daniele Gastaldello ed Angelo Palombo, due simboli della Sampdoria, due capisaldi per i tifosi blucerchiati. Il primo è alla sesta stagione in blucerchiato ed è l’attuale capitano del Doria, il secondo è alla undicesima ed è il passato condottiero. Eppure, entrambi hanno modo di raccontare – nell’intervista rilasciata al Secolo XIX – cosa è successo negli ultimi due anni di Samp. Comincia Gastaldello: «Certi problemi erano già presenti nello spogliatoio durante il 2011, poi ce li siamo trascinati in Serie B..». Palombo: «Noi due abbiamo particolarmente sofferto per l’esito di quella stagione: non perchè gli altri se ne fregassero o noi fossimo più responsabili di altri, ma semplicemente perché ci tenevano moltissimo».

Un episodio che divise i tifosi blucerchiati sui “due capitani” è stato quello della riunione all’Ac Hotel dopo la pesante sconfitta di Nocera; una riunione alla quale Palombo non era presente: «Mi dispiace, ma ero troppo arrabbiato. Una figuraccia del genere non l’avevo mai fatta; può darsi che sia colpa mia, se colpa si può chiamare». Gastaldello: «Quando ci sono certi problemi, anche uno sguardo può essere interpretato male: in quel momento, io ed Angelo non ci capivamo». Comunque, il principio era “niente botte nello spogliatoio”: «Come ha detto un famoso opinionista di un televisione a pagamento – prosegue il difensore – io sono fatto in maniera diversa da Angelo. In ogni caso, non bisogna dimenticare che noi dobbiamo fare il massimo per la Sampdoria, che è il bene comune. Solo che, in quel momento, io ed Angelo dovevamo parlare di più, ma era difficile, visto quanto eravamo arrabbiati..». Palombo: «In quei momenti, era meglio evitare di parlare di certi argomenti per evitare determinate discussioni». Gastaldello: «Penso che sia meglio chiarirsi subito, anche a costo di qualche “vaffa” o anche di pugni, se le parole non bastano; l’importante è ricordarsi come la squadra sia il bene più importante».

Poi, c’è stato il riavvicinamento. Gastaldello: «Merito di Angelo». Palombo: «Veramente, era normale che io dovessi farmi avanti: ero io ad esser andato via, quindi ero sempre io a dovermi riavvicinare. Ho preso tutti da parte e ho parlato chiaramente». Gastaldello: «Gli ho spiegato come lui non era considerato alla stessa maniera di quando è andato via e che si erano creati nuovi equilibri, perciò si sarebbe dovuto adattare. Il fatto di avere davanti molte facce nuove è stato utile». I diverbi tra l’Angelo blucerchiato ed il “Gasta” hanno diviso molti tifosi: «E’ assurdo – prosegue Gastaldello – perché ho avuto tanti litigi con i miei compagni in carriera, ma sono rimasti tutti dentro lo spogliatoio. Penso che i tifosi debbano sostenere la Samp, non Gastaldello o Palombo; anche perché poi, se uno dei due va via, c’è il rischio di rimanere delusi e non pensare più alla squadra». Un rapporto incrinato, forse, anche da tante voci maligne messe in giro sul loro conto: «Purtroppo sì, ci sono persone – dice il numero 28 – che hanno giocato sul nostro rapporto; chiaro, queste voci hanno fatto male a noi, ma sopratutto alla Samp. C’è chi sostiene che io abbia chiesto la cessione di Angelo: ma scherziamo? Non ho mai avuto questo desiderio e non ho neanche mai avuto tali poteri: sarebbe la fine dei ruoli assegnatici dalla società». Palombo: «Neanche Maradona, tanto per citare un grande, ha mai avuto questa facoltà».

Altro tema di discussione può essere stata l’assegnazione della fascia di capitano al ritorno di Palombo a Genova: «Se avessi voluto la fascia – dice il centrocampista – sarei andato lì e gliel’avrei detto. Io, invece, volevo ripartire da zero». Gastaldello: «Questa cosa è importante e fà onore ad Angelo. Inoltre, non sono l’unico capitano qui dentro: c’è lui, c’è Romero, insomma ci sono persone con una determinata esperienza che devono aiutare gli altri, vista l’età giovane di questa squadra». Questa storia ha fatto crescere entrambi? «Credo di sì – dice Palombo – visto che io ho accettato la richiesta della società e sono andato all’Inter; non nego, però, che ho rosicato, perché avrei voluto far parte della festa-promozione a Varese. Ma è stato meglio così, altrimenti certi problemi sarebbero continuati». Gastaldello: «L’idea di impegnarmi al massimo ogni giorno mi ha aiutato ad andare avanti; chiaro, i contrasti tra giocatori – sopratutto se “veterani” – non aiutano. Se, invece, vanno d’accordo, allora trascinano i giovani e dobbiamo essere d’esempio in questo senso». Palombo: «Forse ci eravamo abituati ad un altro tipo di Samp: palla a Cassano e Pazzini, poi vediamo che succede. Invece, quest’anno, la nostra forza è il gruppo». Chiusura simpatica di Palombo: «Infatti, sono rientrato in difesa proprio per poter stare vicino a Daniele..».

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