2015
#Ostichemol(l)e
Che fastidio tornare a Torino, rivedere quello stadio Olimpico, rivivere quella notte di Europa League in un pomeriggio caldo, da mare. Altre due ore senza luci e poca gloria, senza punti e ancora senza palle. Quelle non le hanno tutti. Le palle bisogna averle fin dalla nascita, mostrarle di continuo. Sono come i muscoli. Vanno tirati fuori per farsi valere, fare la differenza in campo.
Sì, perché dietro un microfono è più facile. Ma l’arroganza non mi piace. Preferisco l’umiltà e tante altre cose che fanno parte ormai del recente passato. Nostalgico? Non mi nascondo e dico di sì. Lo sono per il carattere del gruppo, per la forza della Samp come squadra non solo per i singoli. Ma come ho dimostrato posso cambiare opinione, chiedere scusa e anche ringraziare. Lo spero.
Non nascondo nemmeno che, per fortuna, la classifica dà ragione ancora lui, all’Uomo che siede in panchina. Ma i punti non sono tutto nella vita. Capisco i risultati, la gioia per la scorpacciata di gol col primissimo acerbo Carpi, quelli per il rimontone al San Paolo e la festa dei tifosi (e la mia) per questa gradita posizione, certo grazie anche alla vittoria sul piccolo Bologna, ma non mi basta ancora per continuare a sorridere…
È vero: una può andare male, lo scorso anno andò peggio da queste parti. Ma tra queste vittorie e il replay della gara col Vojvodina ci sono prestazioni a metà sempre ben giustificate. Un tempo quasi sempre regalato agli altri, ai nostri avversari. E ci metto anche quello offerto a Delio Rossi. E per non fare figli e figliastri anche il concittadino Ventura ha usufruito dell’offerta di Casa Samp. Un’occasione sfruttata a pieno da Quagliarella che ha avuto il cosiddetto rispetto di non esultarci in faccia. Avrei preferito il contrario. Ma è un’altra mia opinione.
Ad oggi vedo una squadra che dipende solo da quei due là davanti. Eder è un trascinatore, un leader, Muriel lo diventerà presto. Due che la scorsa stagione non hanno mai potuto giocare insieme per tante ragioni, con continuità. E quei due oggi, in una domenica bestiale, hanno quasi rischiato di far dimenticare il peccato originale di questa squadra e regalarci un’altra di quelle rimonte da urlo.
Ma può bastare lanciare il pallone ai gemelli del goal e sperare che la buttino sempre dentro? Io dico di no. Si cercano soluzioni a cominciare dalla Roma in avanti…