Osti: «Con Rossi c'è grande amicizia. Vorrei la Samp a vita» - Samp News 24
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2013

Osti: «Con Rossi c’è grande amicizia. Vorrei la Samp a vita»

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Due mesi alla Sampdoria sono bastati a Carlo Osti per ricevere l’approvazione dei tifosi, dopo il periodo negativo vissuto con Pasquale Sensibile. Il direttore sportivo ex Atalanta e Lecce sta finalmente contrastando il suo passato, che lo ha visto retrocedere due volte su due con gli orobici e i salentini. Ai microfoni de Il Corriere Mercantile, l’ex Lecce ha espresso tutta la sua volontàdi restare a Genova, sponda blucerchiata, dove ancora vive un sogno: «La chiamata di Sagramola mi ha cambiato la vita e ancora oggi ogni tanto chiedo di darmi un pizzicotto per capire se non sto sognando. La Reggiana stava per essere rilevata, sì, e mi avevano chiesto una mano per la parte sportiva: ero a casa e volevo tornare a lavorare quanto prima. Con la Sampdoria raggiungo l’apice di carriera: una società blasonata, ben organizzata e il rispetto dei ruoli è sacro. Sono stato accolto da una grande famiglia. Non ho avuto il piacere di conoscere Riccardo e di questo me ne dispiaccio, ma da quanto ho letto e sentito era una figura di altissimo profilo».

«La Sampdoria ora con Edoardo è in ottime mani: la sua competenza è importante. Si informa su tutto, ma lascia sempre lavorare in tranquillità. Mi sento molto fortunato a lavorare alla Sampdoria. Delio Rossi? Ci unisce un rapporto di amicizia e ritrovarlo dopo l’esperienza alla Lazio mi ha dato entusiasmo. Passiamo molto tempo insieme e credo che nel calcio di oggi supportare il tecnico in ogni momento è fondamentale».

«Abito all’Astor di Nervi e la mattina vado in sede dove mi aspettano procuratori o altri addetti ai lavori. Al pomeriggio sono sempre a Bogliasco per l’allenamento. Penso sia utile stare a stretto contatto con tutti i giocatori: si fa sentire la tua presenza in società. La tifoseria blucerchiata? Molto educata, calda, ma discreta. Difficile trovare una maglia così fine ed elegante. La mia casa? Piacenza: lì mi aspettano tre donne, ovvero mia moglie Lara, che insegna in una scuola media, mia figlia Ludovica e Carlotta. Sono diventate grandi tifose della Sampdoria e seguono la squadra allo stadio: però a casa non parliamo di calcio. Quando ho del tempo libero lo passo correndo: un’ora a Nervi o a Bogliasco. Vorrei potermi muovere così fino a ottant’anni se avrò la fortuna di arrivarci».

«Il mio futuro? Sono un privilegiato. Fosse per me resterei alla Sampdoria a vita».

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