2014
Okaka e il Mondiale… con la Nigeria: «Devo ancora decidere»
Stefano Okaka sta volando in questo momento. Quattro gol da quando è arrivato a gennaio per la Sampdoria. E sabato ha fatto un gol da cineteca al Cibali: «Ci ho provato, mi è andata bene. E comunque ho fatto anche di meglio: nella Roma, contro il Siena, mi riuscì un gol di tacco». Qualcuno ha paragonato la sua fuga palla al piede a quella di Bale in Real-Barcellona: «Li amo tutti e due, certo questo di Catania come preparazione è stato più spettacolare, diciamo che è durato di più». C’è chi lo dava per finito: «Io sono sempre stato sicuro di me stesso e dei miei mezzi. Altri no. Il fatto è che per esprimere al meglio le proprie qualità, un calciatore deve sentire la fiducia dell’ambiente».
PALLAVOLO E MODELLI – La sorella Stefania giura che sarebbe stato migliore per la pallavolo: «Ci ho giocato, anzi per un certo periodo ho lasciato il calcio per dedicarmi alla pallavolo, dai 12 ai 14 anni di età. Poi ho ripreso con il pallone e sono contento così». L’etichetta di ragazzo-prodigio alla Roma è stata pesante: «E’ stato bello arrivare molto presto in alto, ma ogni cosa ha il suo rovescio: se fai bene, la prossima volta devi far meglio, e quando da te ci si aspetta sempre il massimo, la pressione diventa insostenibile e non ti aiuta ad avere lo stato d’animo necessario». Da bambino il modello era un solo: «Ronaldo. Per uno della mia generazione non c’era altro giocatore da sognare come modello».
PREMIER LEAGUE E MIHA – Dopo la Roma, c’è stata anche una parentesi al Fulham: «Lassù il calcio è diverso, giocato a ritmi altissimi, molto fisico e agonistico. Ma c’è un clima pazzesco e gli stadi sono splendidi. Il più bello è senza dubbio quello del Liverpool». Sul posto in cui si è si trovato meglio, Okaka non ha molti dubbi: «Ho ricordi molto positivi del mio primo anno al Modena con Mutti. Ma Spalletti mi ha fatto crescere ed esordire, non posso dimenticarlo – racconta il centravanti blucerchiato a “Il Corriere Mercantile” – Potrebbe sembrare scontato che indichi in Mihajlovic il tecnico con cui mi sia trovato alla perfezione, ma è la verità. Mi ha detto che credeva in me e di fare quel che so fare. Io ho dimostrato quello che sono: lo ringrazierò sempre».
RESPONSABILITA’ E CASSANO – Osti l’ha voluto a tutti i costi, rinunciando anche a Pozzi: «Non ho mai avuto paura delle responsabilità. So chi sono, l’ho sempre saputo». A Parma c’è Cassano, che per un attimo sembrava destinato ad accompagnarlo a Genova: «Per me è stato un fratello maggiore. Antonio mi ha preso a cuore, mi ha aiutato molto e quando è venuta fuori la possibilità di andare alla Samp, mi ha incoraggiato». In due mesi e mezzo Okaka è rinato con la maglia blucerchiata: «Io non mi sento inferiore a nessuno, non mi ci sono mai sentito. Certo, avevo bisogno di un contesto adeguato e in questo Cassano aveva ragione: la Samp è stata la scelta giusta. I tifosi mi hanno voluto subito bene, come i compagni e i dirigenti. Voglio andare avanti così: è sempre il campo che parla».
FUTURO E MONDIALE – Forse la Samp è una sorta di casa ideale: «Credo che stare qui per un po’ sarebbe una buona cosa, anzi ottima, ma vivo giorno per giorno. Se uno fa bene, si mettono in moto certi meccanismi che cambiano le cose». E ora c’è anche la possibilità di andare al Mondiale con la maglia della Nigeria: «Ci ho giocato, a livello giovanile. Ma adesso è arrivata la proposta della Nigeria, mi vorrebbero con loro al Mondiale. Ho preso tempo, devo ancora decidere. Io sono nato e cresciuto in Italia, sono italiano e l’Italia è la mia vita; i miei sono giunti dalla Nigeria – chiude Okaka – C’è un Mondiale in arrivo. Ho preso tempo: sceglierò».