2015

Obiang: «Siamo dei simpatici rompiscatole: questo è un gran gruppo»

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La Samp è ancora lì, in zona europea. E a lui non dispiace affatto: «Mi dispiace per chi dubita, ma siamo ancora qui a dar fastidio, a fare i simpatici rompiscatole». Lui è Pedro Obiang, che allontana le nubi derivanti dalla sconfitta di Firenze con un sorriso: «Certo, stiamo lottando per entrare nel gruppo delle squadre che contano. Non c’è nulla che si possa compromettere con un risultato negativo. Nessuno si aspettava una stagione simile. Possiamo puntare a un grande traguardo e possiamo riuscire a conquistarlo. Insomma, comunque vada, noi abbiamo vinto».

EUROPA E MILAN – E pensare che Obiang in Europa ci ha giocato con la maglia della Samp, nel freddo della trasferta di Debreceni del dicembre 2010. È tempo di aggiornare quella statistica: «Di quella sfida ricordo il freddo: avevo i capelli bianchi per il ghiaccio. Ora vorrei dimostrare che sono all’altezza pure in Europa». Domenica c’è il Milan. A San Siro fu per la prima volta titolare in A: «Emozionante e stimolante. Venivamo dalla B e abbiamo vinto a Milano con un gol di Costa. Un bel personaggio che chiamavamo il bello». Stavolta incontrerà Suso, suo ex compagno nell’U-21 spagnola: «Non lo vedo giocare da molto: è un fantasista con una bella lettura del gioco. Nel Granada ha fatto benissimo, non capisco perché non riesca a farlo anche al Milan».

MATURAZIONE E ALTA CLASSIFICA – Obiang è maturato molto da quel pomeriggio a San Siro nell’agosto 2012: «Insomma, faccio progressi. Ma la strada è ancora lunga». Il Milan lo segue da vicino: «Non ne avevo idea. Questo vi fa capire quanto pensi al futuro. Io sono concentrato sul batterlo, il Milan». I rossoneri stanno passando un brutto anno: «Quest’anno ci ha spaventati solo un po’ la Juventus. Per le altre squadre abbiamo rispetto e tanta voglia di sfidarle». Ci si chiede cosa manchi alla Samp per esser grande: «Esperienza – risponde secco lo spagnolo a “La Gazzetta dello Sport” -. Per molti di noi è la prima stagione ad alto livello. Ci siamo accorti però che gli avversari cambiano il modo di affrontarci. Significa che siamo cresciuti».

ÉDER, ETO’O E IL GRUPPOÉder è stato convocato in nazionale e si è scatenato un gran putiferio, ma alla fine ha pure segnato: «Mi spiace per quanto dicono altri, ma Éder la sua chance se l’è guadagnata sul campo. È importante per la sua carriera e io sono felice per lui». Su Eto’o: «Lo stimavo come calciatore, il colpo l’ho ricevuto conoscendo la sua voglia di fare. È divenuto un esempio per questa Samp». Infine, una Samp africana, un black power in blucerchiato: «Nessun potere nero. Non è necessario. Io qui non ho mai subito episodi di razzismo. Insulti sì, anche stupidi, ma calcistici: è la Samp più colorata di sempre, ma sopratutto il nostro è un gran gruppo nel quale siamo felici. Ci sarebbe anche Mesbah, ma lui dice di esser un africano diverso e allora tutti a prenderlo in giro…».

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