2015

Obiang e Soriano, i loro ricordi di derby: «A Genova vale di più»

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Domani sera sarà notte da derby a Genova. A parlarne due colonne di questa Sampdoria, ovvero Pedro Obiang e Roberto Soriano, in una lunga intervista doppia concessa a “Il Secolo XIX” di cui vi riportiamo alcuni passaggi. Comincia lo spagnolo, rivolgendosi al collega di mediana e ricordando quando arrivò nell’agosto 2008: «Tu sei mesi dopo. E me lo ricordo benissimo quel giorno. Eravamo all’Hotel Flora, passa Fabio (Paratici, all’epoca d.s. blucerchiato, ndr) e ci dice che sta arrivando un ragazzo nuovo, che è italiano ma non parlava italiano. Pensavo a uno scherzo. Non lo era». Risponde Soriano: «Infatti era così, a casa in Germania parlavamo dialetto napoletano…».

ORGOGLIO BLUCERCHIATO – Presi come giovani in prestito con diritto di riscatto, alla fine i due sono diventati fondamentali per la squadra blucerchiata. E han giocato parecchi derby: Obiang cinque, Soriano quattro. Più un paio nella Primavera, compreso un 4-1 subito in semifinale nel giugno 2010. Obiang: «Avevamo dato tutto nella gara prima contro il Milan…». Soriano: «E in cinque avevamo giocato con le infiltrazioni». I due sono cresciuti vivendo tanti momenti importanti, belli e brutti, come conferma Obiang: «Sentiamo di rappresentare qualcosa di più forte per questi colori».

RICORDI DI DERBY – Ma il primo derby per entrambi è stato altrove. Obiang racconta il suo: «Da ragazzino tifavo Atlético Madrid. Il derby era con il Real, ma non sono mai andato allo stadio a vederlo, non mi interessava. Preferivo giocare con i miei amici. Penso che fosse lo stesso per Roberto…». Risponde il numero 21 della Samp: «Sì, io i primi derby li ho fatti già nelle giovanili: prima Darmstadt-Eintracht e poi e Bayern Monaco-Monaco 1860. Il significato del derby, però, l’ho scoperto alla Samp, me ne hanno parlato in tanti da subito. Qui vale molto di più per tutti. E se si vince, viviamo meglio tutti. Quando ero in prestito all’Empoli (2010-11, ndr), sono tornato qui per vederne uno tra i tifosi. Vedevo la Gradinata Sud e avevo la pelle d’oca».

LA STRACITTADINA – Continua Pedro: «Diciamo che vincere un derby è come ritrovarsi ancora quattro vie in un videogioco… è la superstella di Mario. Io derby li ho visti da quasi tutti i settori: panchina, tribuna e pure distinti, ultimo anello, dove portavano i ragazzi delle giovanili. E da dove vedi la luna ma non il campo…». I giorni pre-derby sono particolari, come conferma lo spagnolo: «Io del derby non ne parlo, mi carico così. Anche i miei amici lo sanno e nessuno mi fa domande». Stesso atteggiamento per Soriano: «Ho amici tutti sampdoriani, genoani saranno due o tre…».

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