2013
Obiang e Krsticic, amici e compagni di reparto: «Alla Samp per crescere»
Il ritiro di Buk è ormai giunto al termine, il “Secolo XIX”, ha avuto modo di intervistare due amici e due colleghi di reparto della squadra blucerchiata, che tuttavia più diversi non potrebbero essere: Nenad Krsticic e Pedro Obiang. Essi rappresentano il futuro della Samp, seppur con accezioni diverse: il serbo è il “capitan futuro”, Obiang è il gioiello che prima o poi, in un tempo più lontano, potrebbe partire. E loro non si nascondono, anzi, si raccontano con tanti particolari. Inizia Krsticic, spiegandoci chi è Pedro: «Un ragazzo sofisticato, già adulto». Il contrario del serbo, che si racconta come «un ragazzo normalissimo, semplice». In ritiro, sono stati in stanza insieme, ma il primo a svegliarsi era sempre il numero 10: «Andavo a dormire prima, mentre lui (Obiang, ndr) si massacrava di film fino a tardi – racconta il serbo – in ritiro avrà visto 50 film, ha sempre le cuffie ed il pc».
Un effetto strano, quello di esser chiamati i “gioielli della Samp”: «E’ una soddisfazione, ma anche una responsabilità». Così il serbo, che però parla anche del suo futuro e della voglia di essere un simbolo blucerchiato: «Ho sempre detto che vorrei diventare una bandiera – dice il centrocampista – qui ho avuto tutto». In campo, lui e Pedro ha un buon feeling: «Gliela passo, mi fido, è un automatismo – racconta il numero 10 – lui in genere me la ripassa e, se può, mi mette in difficoltà (ride, ndr)». Poche cose in comune tra i due, sopratutto sul cibo: «Io prendo sempre un piatto, lui dieci primi, dieci secondi, dieci contorni e prova tutto. Mi vergogno pure». Il tempo condiviso dai due è stato anche quello delle vacanze estive, pausa dopo una lunga annata: «Pedro è venuto da me in Montenegro – svela Krsticic – gli ho fatto conoscere i miei posti». Un Obiang tecnologico, che ha costretto Nenad ad entrare su Twitter: «E’ vero – risponde il serbo – quando mi sono fatto male, sapeva che mi sarei distratto. Mi piace». Sul futuro, nessun dubbio: «Resto alla Samp, è come casa mia». Su un Obiang partente, Krsticic è scettico: «Meglio. No, scherzo, spero che rimanga – dice il regista – è ancora più forte di come lo abbiamo visto sinora».
Dopo Krsticic, è Obiang a raccontare il compagno di reparto, taciturno e silenzioso. Tutto il contrario dello spagnolo, quindi, che confessa subito la sua mania per i film: «E’ vero, mi sono ammalato – esordisce il numero 14 blucerchiato – colpa del ritiro. Avevamo tanto tempo libero e non riesco a dormire il pomeriggio». Sulle preferenze e sui gusti, Obiang è chiaro: «Guardo un po’ tutto, sono diventato persino romantico – scherza Pedro, 21 anni da compiere – guardo pure i telefilm, anche in spagnolo». Krsticic lo ha descritto come un affamato cronico ed il mediano risponde al compagno: «Si faccia gli affari suoi Nenad! A me piace mangiare cose nuove, è lui che è un mono-menu». Le vacanze condivise insieme hanno cementato ulteriormente i rapporto tra i due gioiellini della Samp: «Sono andato da lui in Montenegro, ma ho litigato con la cucina serba. Non mi è piaciuta».
Tornando al campo, Obiang prospetta una buona stagione per la Samp, parlando anche della collaborazione con Krsticic nel centrocampo blucerchiato: «Lui ora è il regista, sono affari suoi (ride, ndr)». Al fatto che Krsticic lo cerchi spesso, Obiang risponde così: «Solo perché sa che se la passa ad altri, non la vede più! Scherzo, dai…». Anche lo spagnolo viene pronosticato come un ipotetico “capitan futuro” e le sensazioni del centrocampista sono particolari: «I tempi sono cambiati: oggi avere vent’anni è come averne 25 prima – racconta il mediano del Doria – io sono qui da cinque anni e mi farebbe impressione andar via, ho più amici qui che a casa mia. Però bisogna essere propositivi, pensare in grande, vedere se ci sono altri progetti. Non si può sapere». Senza di lui, ci si chiede come farebbe il buon Nenad: «Ci sono Twitter, Whatsapp, Skype – dice il tecnologico Obiang – io sono in bravo in queste cose. Lo chiamo tutti i giorni e gli canto la “ninna nanna”», scherza lo spagnolo. Chiusura su un’ipotesi fantascientifica: Obiang e Krsticic nella stessa grande squadra. Chissà se sarebbe possibile: «Non credo, perché uno dei due non giocherebbe – chiude lo spagnolo – lui, probabilmente».