2015
Obiang:«Che ricordi al Doria. Dovrò tornare per la centesima con la Samp»
Pedro Obiang il prossimo 29 giugno inizierà il ritiro con il West Ham, squadra che lo ha acquistato pochi giorni fa per circa 7 milioni di euro. Il centrocampista spagnolo lascia Genova dopo la trafila delle giovanili e un campionato da protagonista, in cui ha vestito anche la fascia di capitano dietro le spalle di Angelo Palombo, sedendosi in conferenza stampa accanto al numero 17 e al tecnico Sinisa Mihajlovic. Ai microfoni de Il Secolo XIX, l’ex Atletico Madrid ha ricordato alcuni punti salienti della sua carriera in blucerchiato.
«Sono in vacanza in Italia. Probabilmente passerò anche da Genova. Al West Ham riparto da zero, lascio un ambiente che mi conosce bene e che mi ha dato tanto, arrivo in un ambiente che non mi conosce per niente e per il quale rappresento una novità assoluta. Nella Sampdoria sono stato alla grande, ma in testa avevo da un po’ quest’idea della Premier. Non pensavo sarebbe accaduto proprio quest’estate: ho preso anche un po’ di tempo per sentire i programmi della Sampdoria, che insieme con l’Atletico Madrid è la mia famiglia calcistica. Ma le nostree ide erano un po’ diverse».
I tantissimi ricordi raccolti in un solo momento, quando si appone la firma sul contratto con gli Hammers: la vita blucerchiata che scorre dinanzi agli occhi in un solo momento. «Ricordo il mio arrivo al Flora, impattante, la prima volta che andavo via da Madrid. I miei primi allenamenti negli Allievi con Tufano allenatore: io cercavo i colpi di tacco, i dribbling e lui che mi guarda e dice “se giochi così in Italia, ti mangiano”. Pea non mi faceva giocare perché diceva che andavo troppo piano, e mi ha stimolato. Il ritorno in campo del mio fratellino Nenad dopo la malattia, il mio legame con lui è stato e resterà sempre di cemento. Il debutto in A con la Juve, il campionato di B: ricordo la respinta di faccia di Rispoli contro il Sassuolo, nei playoff: lì mi sono detto “in A andiamo noi”».
«I ricordi più emotivi ce l’ho con Riccardo Garrone, forse anche perché ero ragazzo. Ricordo che una volta siamo saliti insieme al campo superiore del Mugnaini e lui si informava sulla mia vita. Quella salita che di solito mi sembrava lunghissima, per la prima volta è finita troppo presto. Il mio 14 vorrei lasciarlo a Rizzo: è di Genova, è sampdoriano, è forte. Deve credere in se stesso. Un onore chiudere con la fascia di capitano: ho pensato tante volte che un giorno il capitano sarei stato io. Ci credevo, mi vedevo invecchiare qui. Chiudo con 99 presenze alla Samp: qualcuno mi dovrà far tornare e giocare ancora una partita».