2013
Obiang tra studio, cibo e Sampdoria
E’ una delle colonne di questa giovane Samp, ma Pedro Obiang – in un’intervista rilasciata al Secolo XIX – apre con una critica: «Da quando sono in Italia, sono migliorato moltissimo dal punto di vista tattico; tuttavia, dopo esser stato convocato dall’Under-21 spagnola, mi sono accorto che devo riguadagnare un po’ della tecnica che ho perso». Un ragazzo che utilizza moltissimo i social network; Obiang, oltretutto, si è innamorato del cibo italiano, tanto da pubblicare foto dei suoi pasti su Twitter : «Da piccolo non mangiavo molto, visto che non mi piacevano né il pesce, né le verdure. Però, da quando sono in Italia, ho imparato a mangiare tutto, perciò sono così avvezzo a quest’abitudine. Il piatto preferito è la carbonara, senza dubbio: sarà pure banale, ma è molto saporito».
Dal cibo alla Samp, quest’ultima argomento di conversazione dei suoi “tweet”. Il rinnovo è stato un bel passo in avanti: «Ho portato addirittura i pasticcini; se l’ho fatto, è perché la Samp è una famiglia per me, perciò sentivo il bisogno di festeggiare. Non so cosa accadrà in futuro, ma è grazie al mio procuratore che sono qui, che ho rinnovato e che sto vivendo questo momento felice. Io non ero convinto quando mi portarono a Genova: ricordo come venni a vedere un Sampdoria-Udinese in cui segnarono Cassano e Bellucci (aprile 2008, ndr) ed il responsabile della logistica, Tortarolo, mi disse che sarei tornato presto. Andai via con la maglia di Franceschini ed un sacco di dubbi, ma il 4 agosto ero nuovamente a Genova». Arrivato come centrocampista, Obiang si è comunque evoluto: «Prima giocavo trequartista o anche esterno. Poi, un giorno, un mio compagno si fece male e mi mise più dietro; insomma, è successo tutto per caso. Una volta giocavo molto più pulito, ma così le botte le prendevo solo io; adesso, invece, mi faccio rispettare in una maniera diversa».
Un cenno anche ai suoi compagni di reparto Poli, Krsticic e Soriano, giovani rampanti come lui: «Andrea è tatticamente perfetto, ma non rinuncia alla giocata e non tutti riescono a farlo. Nenad si sente più regista, io più interno di centrocampo: perciò l’adattamento agli schemi del mister è andato bene. Aspettiamo tutti Roberto, perché ho solo belle parole per lui: purtroppo.. scherzi a parte, credo che valga più di quanto ha mostrato finora». Come è nata la passione per il calcio? «Mio fratello Benedetto giocava a calcio: era un fenomeno, tanto che lo prese il Real Madrid. Poi si fece male in maniera grave, ma non era coperto dall’assicurazione ed il Real non ci aiutò. Così, quando fu il mio turno, mio padre mi disse di andare ovunque, ma non al Real. Mio padre non è appassionato di calcio, per lui c’è lo studio e basta: infatti, se lui è architetto, io almeno sono un geometra (Obiang si sta diplomando, ndr). A scuola ero un genio, ma a calcio non mi andava di allenarmi; tuttavia, un mio mister – Lozano – diceva comunque che sarei diventato un grande calciatore».