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Novellino: «Quagliarella? Orgoglioso di averlo allenato. Muriel incredibile»
Novellino festeggia Quagliarella: «Grande calciatore, orgoglioso di averlo allenato. Muriel incredibile»
100 gol in Serie A sono un traguardo importante, specialmente se l’occasione per festeggiarli arriva in una partita incredibile come quella di ieri contro il Sassuolo. Fabio Quagliarella non può che essere entusiasta, e a celebrare le sua carriera ci ha pensato anche Walter Novellino, tecnico sotto la cui guida ha vissuto la sua prima esperienza alla Sampdoria: «Fabio prima di essere un grande giocatore è un grande uomo – esordisce -. Arrivava dalla stagione di Ascoli, proprio quella con Giampaolo in panchina. Avevamo giocato una partita con loro e mi era piaciuto subito: con Asmini, Marotta e Paratici abbiamo subito voluto provare a portarlo a Genova».
CONCORRENZA – Una volta approdato in blucerchiato, però, farsi spazio tra le gerarchie era un’impresa: «C’erano già Fabio e Francesco (Bazzani e Flachi, ndr), due che in quegli anni nella Sampdoria era difficile non vedere partire dall’inizio, ma Quagliarella era forte davvero ed era un peccato lasciarlo fuori. Ho iniziato a provarlo esterno destro nel 4-4-2 – ricorda il mister – volevo sfruttare la sua velocità e farlo giocare in quella zona del campo, con uno dall’altra parte meno offensivo. Con Bazzani, Flachi e lui finto esterno pensavo potessimo fare qualcosa di bello». Anche se l’esperimento si è rivelato poi non un granchè: «Eppure ora a trentatré anni corre ancora come un matto – scherza -. Onestamente, quel lavoro non era di suo gradimento. Non lo sentiva suo, e mi sa che aveva ragione».
ABILITA’ NEL TIRO, MERITO DI NOVELLINO – Quagliarella sfrutterà poi le vicende extra-calcistiche di Flachi per diventare l’attaccante titolare, con ottimi risultati, ma «a trovare la porta da qualunque posizione lo abbiamo aiutato noi», precisa Novellino «è una storia molto bella e importante. Avevo un amico dottore, che adesso purtroppo non c’è più. Mi insegnava le metodologie di lavoro per i tiri in porta – racconta ai microfoni di Sky Sport -ed io le mettevo in pratica a Bogliasco. Mettevamo delle bandierine colorate sulla porta, per farla vedere meglio a Fabio. Come gli davamo il pallone, lui si girava, vedeva i colori e poi doveva solo pensare a calciare e prendere le bandierine. Alla fine non c’era nemmeno più bisogno che ci mettessimo li a lavorare con lui. Si cambiava, prendeva palloni e bandierine e da solo si metteva a tirare. Ha imparato talmente bene questa cosa che ha fatto dei gol fantastici».
RIMPIANTO NAPOLI – Dopo aver dichiarato di avere un debole per il gol segnato da centrocampo contro il Chievo, Novellino non risparmia gli elogi: «Sono orgoglioso di averlo allenato, e di avere in parte contribuito a quanto di bello ci ha regalato. Fabio è uno di quei ragazzi, lui come Maggio, Tonetto, ai quali ho dato tutto. Non ho mai avuto dubbi che sarebbe diventato un grandissimo calciatore. L’unico dispiacere legato alla sua carriera – prosegue il tecnico classe ’53 – è che a Napoli, dove ha dato molto e dove teneva a fare bene essendo lui napoletano, non l’hanno capito. Fabio è un ragazzo sensibile, sono contento però ora stia facendo bellissime cose».
COPPIA PERFETTA – Tornando per un attimo al presente, chi si sta esaltando nella Sampdoria oltre a Quagliarella è il suo compagno di reparto: «Muriel è incredibile, non riesco a capire come certi allenatori lo tenessero fuori. La loro intesa? Gran parte del merito va a Giampaolo, un allenatore che viene dalla mia stessa scuola, quella della cultura del lavoro, e che un presidente al quale va detto bravo come Ferrero ha lasciato lavorare. Poi loro sono due giocatori straordinari, si completano alla perfezione. Basta vedere il gol di ieri di Luis, qualsiasi giocatore in quell’occasione avrebbe tirato. Quagliarella invece è uno che pensa prima alla squadra, è sempre stato così, l’egoismo non fa parte del suo bagaglio“.
RITORNO ALLA SAMPDORIA – Scelte non semplici, ma tutto ben chiaro in testa. Il numero 27 è tornato in maglia blucerchiata consapevole dei rischi: «I ritorni spesso non sono mai come li si vorrebbero, invece quello a Genova è stato un grande ritorno e sono felice per lui. Sarebbe bellissimo se, come ha detto in settimana, potesse chiudere la carriera lì. Alla Sampdoria si sta bene». Poi un’ultima battuta su un possibile salto a Genova a breve: «Non torno mai nelle città dove ho vissuto bene – conclude – ma un giorno farò una sorpresa». Per ora, la voglia di allenare di Walter Novellino è ancora tanta.