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Novellino: «La Sampdoria ha trovato gli equilibri giusti»
Novellino, ex allenatore della Sampdoria, ha fatto il punto sui blucerchiati in vista del derby contro il Genoa
Walter Novellino, ex allenatore della Sampdoria, ha fatto il punto sui blucerchiati in vista del derby contro il Genoa. Ai taccuini de La Repubblica il tecnico ricorda i tre derby vinti l’anno della promozione in Serie A.
RICORDI DEL DERBY – «Soprattutto la prima partita del 2002, una serata di grandissima pioggia con Bazzani e Flachi straordinari. Si è visto il carattere della squadra. Il derby non si può spiegare, bisogna provarlo. Al gol di Fabio, che emozioni. La palla dentro, la Sud che ondeggiava per esultare. Fantastico».
SENZA TIFOSI – «Così il derby perde il suo fascino. Il pubblico è qualcosa di unico. Ora è molto triste. Come era bello vedere moglie e marito andare allo stadio, uno genoano e l’altra sampdoriana. Sotto questo punto di vista è il più bello d’Italia. Insieme, divisi dai colori e poi ancora insieme».
MODULO – «4-4-2? Con Ranieri siamo gli unici a farlo senza inutili pudori. Si parla di un modulo superato, ma non andremo mai fuori moda. Occorre però conoscerlo e farlo applicare in maniera corretta».
RANIERI – «Ricordo ancora una sconfitta a tempo scaduto, con gol di Trezeguet in fuorigioco, contro la Juventus. anche un pari molto ben giocato dal mio Torino. Grandi battaglie. A San Siro ho affrontato Ranieri in Milan-Catanzaro. Mi ero appena procurato una distorsione al ginocchio. Gli ho detto di non entrare duro, non riuscivo quasi a muovermi e mi ha risparmiato. Ad un certo punto, però, mi è arrivata una palla, ha prevalso l’istinto e ho cercato di fare gol. Allora Claudio si è arrabbiato e me ne ha dette di tutti i colori. Aveva ragione»
SAMPDORIA – «Ho visto la partita contro la Fiorentina e Atalanta. Rivedo lo spirito dei miei muratori. Claudio chiede molto sul piano dello spirito e ha trovato gli equilibrio giusti. Mi sembra che tecnico e squadra vogliano costruire insieme una casa importante, mettendo un mattone alla volta come va fatto»
SERIE A – «Il livello della Serie A è buono, ma è un torneo tutto particolare. Si entra in campo condizionati dal momento particolare, con troppi pensieri in testa. Cosa non mi piace? Troppi gol subiti, evitabili»
RAMIREZ – «Chi avrei voluto nel 2005? Ramirez. Voglio sempre una punta che va sul play basso, Rossini lo aveva fatto molto bene e delle sue spizzicate approfittava sempre Flachi, ma Gaston ha tante qualità»
GARRONE – «Il ricordo di Genova è legato alla famiglia Garrone. Presidenti così non ci sono più. Mi chiedeva il permesso prima di venire in panchina. Gli piaceva ogni tanto. Spiegavo cosa volevamo fare in campo. Non mi ha mai chiesto la formazione. Aveva rispetto dei ruoli»