2013
Novellino, l’uomo del “tre su tre” nei derby: «Il primo fu il migliore»
Si potrebbe chiamarlo “l’uomo dei derby”: già, perché Walter Alfredo Novellino – cinque anni da tecnico blucerchiato – ha affrontato la stracittadina genovese solo in una stagione, ma per ben tre volte. Per altro, li ha vinti tutti, stabilendo una sorta di record ed essendo così l’unico tecnico a vincere tre sfide contro il Genoa in una sola stagione. Le sensazioni sono rimaste nonostante dieci anni di distanza: «Fu il modo migliore di iniziare l’esperienza finora più importante della mia carriera di allenatore – esordisce Novellino – Ero arrivato alla Samp su chiamata dell’indimenticabile presidente Riccardo Garrone e del d.s. Beppe Marotta, che avevano appena salvato società e squadra dal fallimento e dalla retrocessione in C1. Con il mio curriculum e con il gruppo che avevo a disposizione, non potevo avere altro obiettivo che la Serie A». Una missione portata a termine con largo anticipo: «Con tre turni d’anticipo sulla fine del torneo. Certo, aver vinto tutti e tre i derby, nella mia prima stagione doriana – precisa l’attuale mister del Modena – nel cuore dei tifosi fu altrettanto importante del ritorno in A dopo quattro anni. E’ un regalo che ho fatto molto volentieri alla Gradinata Sud».
Delle tre partite, Novellino non ha dubbi su quale ricorda con più emozioni: «Sicuramente la prima. Da giocatore del Milan, avevo vissuto parecchi derby contro l’Inter, ma da allenatore, prima di arrivare alla Samp, avevo sempre guidato squadre senza una diretta rivale cittadina – racconta Novellino, alla Samp per cinque stagioni – Era ancora piena estate, si giocò sotto un diluvio incredibile; eravamo più forti, ma facemmo un po’ di fatica, cosa che rese ancora più bello quel successo. Poi in Coppa Italia ci saremmo fermati proprio nella mia Perugia, ma vincere il derby ci consentì di cominciare la stagione con il piede giusto». Diversi i ricordi anche sulle due sfide di campionato, quell’anno in cadetteria: «Belle e intense anche quelle, senz’altro, ma col passare del tempo il divario tra noi ed il Genoa si era fatto troppo ampio – commenta “Monzon” – in quella stagione la consistenza dei rispettivi organici era così diversa da non poter non vincere, pur sapendo che nelle singole partite e specialmente nei derby, carattere ed agonismo potevano sopperire alle carenze tecniche. Ma i miei ragazzi seppero prevalere anche sotto quest’aspetto».
Cose che non accaddero quando la Samp lottavo per lo scudetto e vinceva in Europa, mentre i rivali cittadini vincevano il derby: Sicuramente si tratta di una partita a sé, specie a Genova, dove i valori del campo possono essere rovesciati dall’atteggiamento agonistico – precisa Novellino – Per questo preparai le partite con grande attenzione anche sotto questo profilo, per non avere sorprese». Un’occasione particolare per Novellino, mai particolarmente amato dai rossoblu: «Vecchie storie. Sono sempre stato un professionista serio, in campo ed in panchina, e ho sempre giocato per vincere – risponde l’allenatore del Modena – Le chiacchere, come mi piace ripetere, le porta via il vento». In quei derby, chiacchere non ce ne furono, anzi: «Avevo la fortuna di avere una squadra di uomini veri, oltre che di giocatori eccellenti, ma sopratutto di ragazzi che avevano capito rapidamente quel che significa il derby di Genova. Con elementi come Bazzani, Conte, Palombo, Volpi e Flachi, per fare solo i primi nomi che mi vengono in mente, il mio compito fu facilitato».
Di quel gruppo, in squadra, è rimasto il solo Palombo: «Credo sia tra i più motivati. Ma sopratutto è rimasta la famiglia Garrone. I giocatori vanno e vengono, così come noi allenatori, ma nelle società le figure di vertice sono le più importanti. Non c’è più il presidente Riccardo, ma il figlio Edoardo ha saputo garantire la prosecuzione della sua esperienza, sotto il profilo dei contenuti e dello stile – chiude l’ex allenatore blucerchiato – Sarò sempre loro grato per l’opportunità che mi hanno dato».