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Nicolini: «Viviano leader? Ne ha le caratteristiche. Nel derby punto su…»

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Un punto. Un solo punto che separa la Sampdoria dalla salvezza matematica al dover pensare ai risultati di Carpi e Palermo per poter finalmente tirare un respiro di sollievo, un punto da fare nella partita più difficile, nella quale ci si augura di riuscire invece a conquistare il bottino pieno. Una Sampdoria che dovrà lottare su ogni pallone, una Sampdoria che si troverà di fronte a un Genoa con la testa libera e pronto a tornare al successo nella stracittadina per non concedere il 2 su 2 alla Samp. Una gara aperta a ogni tipo di risultato, da tripla come si dice, che l’ex Samp  Enrico Nicolini non si perderà: con lui abbiamo fatto il punto della situazione in casa blucerchiata.

Allora Enrico, che gara ti aspetti?
«Sarà una gara dal doppio valore: per il Genoa consolidare la classifica, arrivare dsavanti alla Samp; per la Samp fare almeno un punto per mettere la parola fine su questo maledetto campionato. Non è un grandissimo obiettivo ma è quello che è la realtà. Intendiamoci però la Sampdoria non si dovrà accontentare, non si possono fare calcoli in queste partite. Serve il punto, ma vincere col Genoa significherebbe arrivare alla pari, giocarsi fino all’ultimo il predominio cittadino che – diciamolo – non è poi un grandissimo obiettivo. La Samp farà di tutto per vincere, anche può bastare solo un punto».

Per altro questo rischia di essere l’ultimo derby per ambo gli allenatori…
«Il rischio è questo, ma io ritengo che le tifoserie siano più concentrate sull’esito del derby, poi tra una decina di giorni si potrà parlare del futuro».

La sensazione comunque è che alla Sampdoria i problemi più che derivanti dal cambio di allenatore, siano sintomo di mancanza di coesione nel gruppo. Sei d’accordo?
«Difficile dirlo. Nella rosa della Samp ci sono giocatori importanti, io penso che forse non sia questo il vero  proprio problema. D’altra parte – e qui mi contraddico – vedendo giocatori come Cassano, Silvestre e Palombo in panchina, potenziali leader e giocatori carismatici, il pensiero che si senta la loro mancanza in campo sotto questo punto di vista mi viene. Io comunque resto convinto che il cambio di allenatore e il cambio di strategia di gioco abbia fatto venire a galla i problemi. Anche se in assoluto il mio pensiero è che questa squadra non si sia mai resa conto fino in fondo di che cosa rischiava e forse anche un po’ tutto l’ambiente non si è mai calato nella parte. Solo i tifosi sembrano averlo recepito per tempo».

Il primo a parlare di salvezza pubblicamente fu Viviano tra i giocatori. Può essere lui il leader di questa Sampdoria?
«Un leader non è colui che parla o si espone, il leader lo scelgono i compagni. Viviano ha le caratteristiche per essere leader ma le dinamiche di spogliatoio le conoscono solo i ragazzi. Il leader lo scelgono i giocatori involontariamente, inconsciamente».

Un pronostico ce lo fai?
«2-1, Soriano, Quagliarella e Pavoletti marcatori».

Quindi loro tre saranno gli uomini chiave?
«Assolutamente sì».

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