Hanno Detto
Nicolini: «Esposito ha tecnica. Yepes? Ecco dove deve migliorare»
Enrico Nicolini, ex calcitore della Sampdoria, ha fatto il punto dopo la vittoria dei blucerchiati contro il Lecco: le parole
Enrico Nicolini, ex calcitore della Sampdoria, ha fatto il punto dopo la vittoria dei blucerchiati contro il Lecco: le parole a Telenord.
VITTORIA – «Era abbastanza prevedibile ci fossero un po’ di scorie legata al risultato maturato contro il Brescia. I primi venti minuti sono stati chiaramente negativi, probabilmente anche perché il Lecco ha provato a mettere paura alla Sampdoria. Se fosse arrivato il gol, dove è stato bravissimo Stankovic, sarebbe stato tutto più problematico. Passata la buriana abbiamo visto la Sampdoria con la cattiveria giusta, l’intelligenza tattica. Un secondo tempo molto bello, divertente, si potevano fare più gol. La Sampdoria rischia sempre molto sulle palle inattive sulla quale concediamo molto agli avversari. Bisogna sempre far sì che il risultato non sia striminzito, non basta un gol di scarto».
YEPES – «Yepes? Si fa presto a dare giudizi positivi e negativi. È un centrocampista che non ha tiro, questa è una lacuna difficilmente colmatile. Deve iniziare anche a dare palloni più importanti. Adesso sta iniziando a ragionare da calciatore da prima squadra, ma deve iniziare a forzare più volte il passaggio. Non deve ragionare scolasticamente come quando era in primavera. Deve migliorare queste due cose, ma ha tutto il tempo di farlo».
ESPOSITO – «Esposito ha una tecnica sopraffina, ma soprattutto ha un autonomia incredibile. Secondo me è uno da grandi palcoscenici».
SINGOLI – «Vieira, Yepes e Kasami è un signor centrocampo».
ATTACCO – «De Luca? Quanti gol ha fatto Esposito da prima punta? Zero. Per me il titolare di questa squadra è De Luca perché permette agli altri di stare nel loro ruolo. Il calcio lo conosco. Per me in una situazione emergenziale De Luca è quello che mi fa giocare bene la squadra, mi fa giocare bene Esposito e tutti gli altri. È un giocatore fermo da un anno e mezzo, sono le prime partite che fa. Dobbiamo pensare di potergli dare qualche partita in più per adattarsi».
MARCATURA – «Sono per la marcatura a uomo. L’unica cosa che mi sento di dire positiva sulla zona è che pulisce bene il campo. Con i cinque cambi, oggi, gli avversari si rivoluzionano. Sarebbe difficile riorganizzare la difesa magari a venti minuti dalla fine».
VIALLI – «Vialli l’ho conosciuto da avversario. Ero a Roma, lo incontrai nell’estate che era stato comprato dalla Sampdoria. Ero all’aeroporto. Gli dissi che veniva in una città stupenda e in una squadra importante come la Sampdoria. Ci siamo incrociati spesso. Quando ho raccontato questa storia mi ha commosso. Sembra proprio il destino beffardo. Quell’abbraccio con Roberto Mancini quasi da commiato. L’abbraccio della vittoria».
QUAGLIARELLA – «È stato molto bello l’omaggio che i tifosi, anche ospiti, hanno tributato all’attaccante. Quagliarella era un leader silenzioso, uno che riusciva con i suoi modi a trascinare la squadra. All’interno di uno spogliatoio servono personaggi di questo calibro. Futuro? Bisogna vedere cosa vuole fare anche lui. Un ruolo dirigenziale è fine a se stesso. Bisogna capire cosa vuole fare all’interno del calcio».