2014

Nessuno tocchi Gabbiagol

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Quest’anno a Babbo Natale non serve chiedere qualcosa. Nessuna lettera, niente di niente. Magari, per educazione, solo un messaggino su carta lasciato lì, vicino al caminetto: “Caro Babbo, grazie infinite ma davvero non desidero nulla”. Perché mai come quest’anno la Sampdoria, nel bizzarro mercato di gennaio, non deve ricevere regali e soprattutto non deve farne. E sottolineo: soprattutto non deve farne.

E allora nessuno la svegli, questa bellissima squadra che continua legittimamente a sognare anche dopo Torino. E allora nessuno la tocchi, in nessuno dei suoi interpreti. Certo dopo l’1-1 da doppia faccia (brutta nel primo tempo, ottima nel secondo) contro la Juve, e nel mezzo di milioni di voci di mercato che lo dipingono già di azzurro partenopeo, viene fin troppo facile puntare soprattutto il dito su di lui: Manolo Gabbiadini. Che non è l’unico da proteggere, non è l’unico da lodare, ma è senza dubbio quello più esposto ai venti che spingono verso sud. E allora nessuno tocchi Gabbiagol.

Una richiesta non semplicissima, quella che faccio, ma permettetemi qualche ragionamento.

Uno. Toccando Gabbiadini si tocca tutto il giocattolo Sampdoria. Eh già perché nella macchina perfetta costruita da Mihajlovic ogni ingranaggio è fondamentale, e basta togliere anche solo una rotellina per cambiare e molto le cose. La gara con la Juve ne è la prova lampante: primo tempo timido, bloccato, senza spunti. Senza identità, o meglio con un’identità cucita addosso che non è quella blucerchiata. Il 4-3-3 con i tre tenori là davanti cambia tutto su tutti i campi signori, è inutile raccontarsela.

Due. Toccando Gabbiadini rinforzi una diretta concorrente, anzi le faresti un regalo anche se Manolo si spostasse per 100 milioni di euro. Perchè a campionato in corso ci sono cessioni che non hanno prezzo, e questa a mio avviso è una di quelle. E poi mi sembra di aver capito che gli altri (vedi il caso Ilicic a Firenze) non si fanno problemi a dire “no”.

Tre. Trattenendo Gabbiadini dai un segnale anche come club e lo dai soprattutto ai potenti. Alla Juve, in questo caso, che poi altro non è se non la vera protagonista (con metodi impositivi spesso sgradevoli) di questa trattativa più imposta, se si concretizzerà, che voluta per i blucerchiati.

Tutto qui. Per il resto che dire: il pari a Torino è stato uno spasso. Primo tempo brutto, ripresa alla grande (anzi, da grande) con la continuità degli uomini chiave. Romero perfetto nel suo solito “up and down” tra big e piccole, difesa solida nonostante le assenze, Rizzo in costante crescita e quei tre là davanti, con Gabbiadini uomo gara per impatto, gol e carattere. E posso dirvi? Peccato, perchè alla fine dei conti il miracolo più grosso l’ha fatto Buffon allo scadere. Su chi? Su Gabbiadini, guarda un po’.

E allora nessuno tocchi Gabbiagol. 

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