2013

Napoli assolto per un campionato “credibile”

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La corte di Giustizia Federale ha accolto il ricorso presentato dal Napoli e, rimescolando le carte in gioco, ha annullato sia le squalifiche per Cannavaro e Grava, ma ridotto la condanna a Gianello e soprattutto tolto la penalizzazione dei due punti al club di De Laurentiis.

Cosa c’è di “credibile” in questa giustizia che dispensa le pene secondo il criterio dei due pesi e due misure? Non è dato saperlo. Lo sconcerto è generale e parte proprio da parte del procuratore Stefano Palazzi

Il Pm rilascia questa dichiarazione, riportata da Repubblica.it, dopo la notizia della assoluzione:«C’è la responsabilità oggettiva per il Napoli. Ma non mi nascondo, avevo chiesto un punto perché c’era un giocatore ai margini. Proposta rifiutata, ma anche in Bari-Sampdoria c’è un giocatore condannato per aver tentato di corrompere dei compagni e il club è stato sanzionato con un punto». Però la Sampdoria ha deciso di patteggiare, a differenza del Napoli, per evitare che invece di un punto solo ne aggiungessero altri.

Palazzi precisa che chiederà che venga confermata la responsabilità, ma per la pena è necessario rimettersi alla corte. Insomma il reato c’è secondo il procuratore e vuole che sia confermato, ma al Napoli un buffetto sulla guancia ed è tutto finito.

Soddisfazione invece da parte di De Laurentiis che invoca questa assoluzione come l’unico modo per evitare che il campionato rimanga credibile:«Nessun handicap può penalizzare la cavalcata di questa squadra, pena la perdita di credibilità del campionato: non accetto una sentenza salomonica, vogliamo essere assolti». Queste le parole usate davanti alla Corte di Giustizia Federale.

«Gianello da parte sua ha commesso gravi errori ma non un illecito» queste le parole del suo avvocato. Il portiere cercava di capire che aria tirava nello spogliatoio per dare notizie all’esterno sui possibili risultati. Insomma la versione ufficiale è: Gianello non cercava di corromperli, cercava di capire se si sarebbero impegnati di meno per poterne dare conto a chi scommetteva all’esterno.

Come afferma Palazzi però il portiere non sembra affatto un povero sprovveduto:«Gianello quando si confida con il suo amico, non immaginava di riferirlo al poliziotto. Le accuse sono confermate sia dinnanzi alla procura della Repubblica che dinnanzi a noi. E’ un illecito per così dire di pericolo, a consumazione anticipata. Nel momento in cui un calciatore propone a chi giocherà un impegno minore, propone soldi passa nella fase esecutiva dell’illecito, e non c’è più nulla da dubitare.»

L’episodio ha fortemente infastidito i legali del Portogruaro, altro club a giudizio, che hanno chiesto uniformità. Pronta la risposta da parte del collegio giudicante Gerardo MastandreaNon ci saranno diversificazione di trattamento tra Portogruaro e Napoli in funzione del blasone»

Da oggi in poi non ci saranno più. Peccato per il passato.

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