Mustafi: «Mondiale? Non ci penso, devo meritarlo con la Samp» - Samp News 24
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2014

Mustafi: «Mondiale? Non ci penso, devo meritarlo con la Samp»

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Qualcuno lo potrebbe soprannominare il “Panzer gentile”. Una sorta di ossimoro calcistico per definire Shkodran Mustafi, il blucerchiato più in vista in questa stagione. Qualcuno gli chiede di essere non solo bravo, ma anche più cattivo: «Non è una questione di cattiveria, io vado in ogni contrasto e provo a vincerlo, in ogni duello con l’attaccante do tutto quello che ho. Il punto è che per me il calcio è uno sport che mette di fronte due giocatori, il migliore vince e chi perde non deve far male o dare calci per forza. E’ questa la mia filosofia e non la considero un’eccessiva gentilezza, è il mio calcio». C’è qualcuno però che l’ha sorpreso quest’anno: «Dico Llorente della Juve: è due metri, arriva su tutte le palle alte e anche di piede è difficilissimo portargliela via. Mi ha impressionato».

ICARDI E MERCATO – Su Maurito Icardi, Mustafi non ha voglia di tornarci: «Se n’è parlato anche troppo…». E’ lui l’uomo-mercato della Samp per quest’estate: «Di mercato parlate con mio papà (sorride, ndr). L’unica cosa che mi è mancata negli ultimi anni è giocare, ora gioco con continuità e sono felice. Sono andato via da casa da ragazzo per giocare a pallone, quando non giochi è normale non stare benissimo – confessa il centrale blucerchiato a “Il Secolo XIX” – Ora sto giocando sempre, spesso lo faccio bene e cosa posso chiedere di più? Il futuro è futuro, io ora penso a migliorarmi nel presente». Anche nelle semifinali di Champions le difese sono state importanti: «E’ sempre stata fondamentale la difesa, quando non prendi gol hai più possibilità di vincere».

INGREDIENTI PER LA FELICITA’ – Ci sarà un segreto per la sua stagione alla grande: «E’ stato importante trovare un allenatore che mi dà fiducia. Quando sei giovane, in un ruolo come il mio, conta tanto non smarrirsi al primo errore. E l’altra cosa importante è giocare: solo l’allenamento non basta per migliorarsi, devi giocare in campo per maturare davvero. E la terza cosa è avere pazienza». All’Everton si staranno mangiando le mani…: «Non è colpa dell’Everton. Quando ero in Inghilterra, ero molto giovane e non si può dire che hanno lasciato andar via un giocatore forte. Sono io che sono maturato nel tempo».

L’AMICO ROBI E LA GERMANIA – Anche il suo amico Soriano è maturato e forse anche per lui c’è un segreto: «Quando nessuno di noi due giocava, parlavamo spesso e ci sentivamo entrambi un po’ depressi. Io sapevo che lui, per mezzi tecnici, è fortissimo e sarebbe venuto prima o poi fuori – racconta il tedesco, alla Samp dal 2012 – Poi è arrivato il mister (Mihajlovic, ndr), che gli ha dato spazio, ed è stato tutto facile. Oltretutto per me Roberto non ha ancora espresso il suo potenziale, vedrete che crescerà ancora tanto». Il pensiero va anche al Brasile e al Mondiale: «Dico la verità: dopo una sola convocazione in Nazionale non ci penso affatto. Non nego che sarebbe un sogno, ma se dovessi pensarci tutti i giorni diventerebbe un pensiero troppo ingombrante. Quindi la risposta è no, non ci penso».

IL FUTURO E LA FAMIGLIA – Però il C.T. lo convocherà per Germania-Polonia del 13 maggio prossimo: «Non mi hanno ancora chiamato ufficialmente. Diciamo che ci spero…». Forse l’amichevole di Amburgo sarà fondamentale: «No, mi gioco tutto nelle prossime quattro gare con la Samp. E’ qui che dimostro di meritare la nazionale». Prima era “lo sconosciuto” in Germania, ora lo cercano tutti: «Fa piacere ovviamente, ma come in tutte le cose cerco di tenere i piedi per terra. Mi fa piacere sopratutto per la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto ed è orgogliosa di sentir parlare di me a casa». Forse un regalino motoristico per una stagione del genere ci starebbe: «Nessuna follia, mi tengo la mia Audi R8 e ce ne vorrà prima di cambiarla».

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