2013
Mustafi “il giramondo” si racconta: «Un sogno giocare in Premier, ora però amo la Samp»
«La vittoria di Livorno è importante perchè fare tre punti tira un po’ su. Ora è fondamentale fare risultato in casa ed è fondamentale». Parte dall’attualità il racconto di Shkodran Mustafi nel giovedì sera di SampTv. «Abbiamo fatto belle partite, prima di Livorno mancavano solo i tre punti – continua il difensore – Ora è tutto più facile anche se l’Atalanta è una squadra tosta. Sabato dobbiamo fare altri tre punti per dare continuità e penso che possiamo farli anche in casa perchè siamo una squadra forte. A parte il derby nelle altre partite a Marassi abbiamo giocato bene. Questo non vuol dire che non dobbiamo lavorare ancora. per vincere dobbiamo fare quanto fatto nella precedente partita: lottare e giocare. Poi con i tifosi alle nostre spalle è tutto più facile».
Inizi. Il racconto dell’iter che ha fatto di Shkodran Mustafi un giocatore di calcio inizia dalla Germania: «Mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio perchè lui non voleva che andassi sempre fuori con gli amici. Così mi sono avvicinato al calcio. Sono nato e cresciuto in Germania però tutti i miei parenti sono albanesi per cui quando sono venuto in Italia mi sembrava di essere in Albania: Albania e Italia sono molto simili, mi sono trovato subito bene. In un torneo gli scouter del Bayern Monaco mi hanno selezionato, anche se mi avevano visto come attaccante».
Everton. Nel 2009 il giovane tedesco ma dalla pelle albanese solca la Manica. L’Everton chiama ed al sogno di una vita, la Premier League, non si può proprio dire di no: «Per me non è stato difficile andare via dalla Germania perchè ho lasciato casa a soli 13 anni quando sono andato ad Amburgo – confessa Mustafi – Era il mio sogno giocare in Inghilterra e per questo ho accettato l’offerta dell’Everton, anche se in un primo tempo volevo restare nel mio paese. In Premier League è stato difficile l’adattamento perchè il calcio è più fisico e veloce, rispetto alla Germania dove conta di più la tattica. L’ambientamento è stato facile visto che ero abituato a vivere da solo, solo la lingua mi ha creato qualche problema. Esordio in Europa League contro il Bate Borisov? Era un sogno giocare in un torneo così importante. Ero un po’ teso perchè non vedevo l’ora di giocare. Quella partita mi ha aiutato molto perchè c’erano anche altri giovani e quindi mi sentivo meno sotto pressione».
Sampdoria. La troppa panchina ha convinto Shkodran a voltare un’altra volta pagina. Nel 2012 sceglie la Samp, appena caduta in Serie B: «Per me era importante giocare e all’Everton non ho trovato spazio al di là della partita in Europa League. Loro mi hanno chiesto di allungare il contratto di due anni ma io volevo andare a tutti i costi a giocare. Il mister della nazionale mi ha consigliato di tornare in Germania però io mi trovo meglio fuori. Poi è arrivata la Sampdoria che all’inizio non conoscevo. Mi sono informato e ho visto che c’erano buoni giocatori, anche se la squadra era in Serie B. In cadetteria non ho fatto tante partite però è stata la scelta giusta perchè mi ha dato modo di ambientarmi all’Italia e ora mi trovo benissimo. Soriano, Krsticic e Obiang mi hanno detto che è normale impiegare un po di tempo per adattarsi alla Sampdoria. Inoltre Roberto mi ha aiutato tanto perchè sapeva il tedesco e mi ha insegnato l’italiano. In Inghilterra finivamo l’allenamento e ognuno andava a casa sua. Qui invece siamo una squadra giovane e quindi stiamo molto insieme anche fuori dal campo».
Genova. La città della Lanterna affascina un po’ tutti per il mare, la cucina e l’ambiente. Così è stato anche per Mustafi che ha fatto del capoluogo ligure la sua nuova casa: «Mi sono subito trovato benissimo perchè ho mangiato la focaccia e mi sono innamorato subito. Tempo libero? Sono single, quando sei calciatore è meglio. Mi piacciono le discoteche ma solo quando le cose vanno bene. Ristorante? Devo andarci, non ho la fidanzata e non so cucinare. Non bevo l’alcool perchè sono mussulmano. Mi piace la tagliata ben cotta».