Mustafi, bersaglio di Rossi: «Mi tengo l'8. Rossi...» - Samp News 24
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2013

Mustafi, bersaglio di Rossi: «Mi tengo l’8. Rossi…»

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Tornato dalle vacanze post-Europeo U-21, Shkodran Mustafi è pronto a ricominciare da Bardonecchia: un anno è passato, eppure il ragazzo ha un altro status nello scacchiere blucerchiato. Tanto che è pronto a non mollare il suo numero 8, nonostante molte richieste: «Ci sono particolarmente legato dopo l’ultima stagione, che considero molto significativa per la mia carriera – conferma il tedesco al “Secolo XIX” – non avrei mai immaginato, dopo il mio primo anno di B, di riuscire a mettere insieme così tante partite. E’ stata una bella esperienza e ringrazio sia mister Ferrara che mister Rossi per la fiducia». Quindi c’entra sostanzialmente la scaramanzia: «Direi più per una questione di testa – risponde – quando sono arrivato alla Samp, tra l’altro, non avevo scelto l’8. Era uno dei numeri liberi ed il d.s. Sensibile mi aveva detto: «Prendi questo».». Si parla di vendita o di scambio, con il 10 per l’8: «Ma state scherzando? Sarei disponibile a cederlo, ma solo in cambio del 5, che è il mio numero preferito – ribadisce Mustafi, ex Everton – sono andato da Renan a chiederlo e lui mi ha risposto di no. Quindi, all’origine di queste richieste, c’è proprio Renan».

Munari è stato uno dei primi a chiederglielo, dato che l’aveva avuto già a Lecce: «Abbiamo discusso un po’. Lui mi ha detto che, siccome sono un difensore, non ha senso che giochi con l’8 – racconta il tedesco – allora gli ho risposto che, se il metro di valutazione è questo, il cedere a lui l’8 per prendermi l’11 aveva ancora meno senso. E l’abbiamo chiusa lì». Inoltre, Mustafi è ormai bersaglio abituale degli sfottò del mister Rossi: «Sì, so che, prima o poi durante gli allenamenti, il mister si rivolgerà a me con una battuta – dice il centrale – ormai me l’aspetto. Fino a oggi, solamente un giorno non mi ha dedicato una battuta e ci sono rimasto quasi male. «Non è possibile», mi sono detto. Credo comunque che sia una manifestazione d’affetto, se si può definire così. L’importante è non confondere mai la battuta con la cosa seria. Quando si scherza, si scherza; quando si parla seriamente, si parla seriamente». Non si capisce perché, però, Mustafi sia il più “bersagliato” da Rossi: «Penso che, comunque, nessuno dei miei compagni si sia salvato da una delle sue battute – ribadisce il tedesco – Non so, forse perché sono uno dei più giovani del gruppo o forse perché sono tedesco. Oppure perché il mio cognome suona bene».

Una battuta, in particolare, è rimasta nella mente del difensore: «Beh, nello scorso campionato, lui era arrivato da poco, massimo due o tre settimane. Eravamo a Bogliasco e stavamo facendo una di quelle esercitazioni tattiche undici contro nessuno – racconta divertito Mustafi – mi ha detto: «Mustafi, alzati un po’», nel senso di avanzare la mia posizione di qualche metro. Solo che non ho capito bene, l’azione prosegue ed io non mi muovo. Lui mi guarda e mi dice: «Mustafi, ma non è previsto dal contratto che ti devi alzare?».». Viene da chiedersi se il tedesco non risponda mai: «Quando sono più vicino, sì. Un paio di volte mi ha detto che sono grasso. Dall’esame è uscito che ho un percentuale dell’8%, che anzi è una delle più basse in questo gruppo – confessa il centrale difensivo – gliel’ho detto, «Mister, non sono grasso». In ogni caso, quando mi fa una battuta, non mi metto ad analizzarla; me le faccio passare per la testa. Continuo a concentrarmi sul lavoro».

In allenamento, ieri, Mustafi ha preso una botta da Salamon sul ginocchio, ma ha saputo subito scherzarci su: «Sì. Mi ha detto: «Meno male che hai trovato uno che ti ha fatto male…».». Un Mustafi guerriero, che si è rimesso subito al lavoro: «Io dopo la botta ho fatto le ripetute in salita… e faceva male». Viene quasi da chiedersi, dopo tutti gli sfottò subiti, se Mustafi abbia mai pensato ad uno scherzo di risposta: «Sì, e mi sa che prima o poi lo farò. Se lo deve aspettare».

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