2015
Muriel: «Sogniamo l’Europa League. Esterno nel 4-3-3? Nessun problema»
Arrivato a metà gennaio, si sta allenando duramente per ritrovare la condizione. Luis Fernando Muriel ha scelto la Samp per ripartire, dopo aver lasciato Udine a causa di infortuni e di uno scarso feeling con la piazza friulana. In una lunga intervista a “La Gazzetta dello Sport”, il colombiano inizia parlando delle sue origini. Lui, l’idolo di Santo Tomas, la sua città natale: «E ci torno ogni volta che posso. Se ho delle vacanze, non voglio stare in posti come Dubai: voglio stare con le persone con cui sono cresciuto. A Santo Tomas ho creato una scuola, ogni anno mando lì dei kit scolastici per i bambini che non possono comprarli e a dicembre un sacco di regali. Ma anche se ora qualche soldo ce l’ho, sono sempre lo stesso di prima. Penso sia per questo che tutti mi vogliono bene».
MUSICA E VALENCIANO – Anche la musica è un’altra grande passione: «Avevo 12 anni e dalla squadra del mio paese, lo Junior, dovevo andare all’Escuela Barranquilla, uno dei principali settori giovanili. Ma mi serviva il cartellino, così andai con mio padre a chiederlo. E il dirigente dello Junior mi disse che me l’avrebbe dato se gli regalavo l’ultimo cd di Ivan Villazon. Uno che andava parecchio: quel disco era appena uscito e costava 40 mila pesos…». El Valenciano fu il primo soprannome di Muriel, come Valenciano, meteora a Bergamo nei primi anni ’90: «Ancora oggi mi chiamano tutti così. Era il mio idolo da bambino, la stella dello Junior. Volevo fare tutto quello che faceva lui. E poi gli somigliavo: da piccolo non correvo tanto, aspettavo la pallae sfruttavo il tiro forte».
ITALIA E DIVERTIMENTO – L’Italia ha dato tanto a Muriel: «Prima prendevo tutto alla leggera, d’altronde da noi è sempre festa. L’arrivo in Italia mi ha fatto crescere parecchio, così come la nascita di mia figlia. In campo invece il pallone non lo aspetto più: qui il calcio è diverso, contano molto la tattica, la forma fisica e il sacrificio». Molti hanno detto che Muriel è uno dei giocatori più divertenti da vedere in A: «Un mio vecchio allenatore, Alvaro Nunes, ancora oggi mi scrive: divertiti, ma con responsabilità. Sono cresciuto con questo motto, ogni volta che prendevo palla volevo fare qualche numero. E se mi diverto io in campo, si divertono anche i tifosi».
COME RONALDO – Molti l’hanno accostato a Ronaldo nel viso e anche nelle movenze in campo: «Il mio primo mito a livello internazionale, anche perché crescendo ho scoperto qualità che non avevo da bambino: velocità, progressione, cambio di passo». Anche Muriel è incappato in problemi di peso come il brasiliano, tanto che Guidolin lo disse pubblicamente a Udine: «Prima non avevo mai avuto problemi del genere. Lui in quel caso sbagliò, mi mise addosso una croce che non meritavo. Arrivai in ritiro con 83 chili, dovevano esser 81. Poi mi misi a posto, ma lui continuava a parlare del mio peso. Ero un ragazzino, per rispetto non dicevo nulla. Ma con i fatti ho dimostrato di star bene: 11 gol in mezzo campionato».
ADDIO, UDINE – Poi il feeling con il gol è scomparso: «Nell’anno degli 11 gol ero più libero. Poi hanno chiesto cose che prima non mi chiedevano, tipo correre dietro a tutti. Quello che aveva fatto – e bene – Alexis Sanchez, solo che io non ho quelle caratteristiche. Così facevo una gran fatica». L’avventura di Udine era destinata a finire: «Iniziavo anche a non esserci con la testa: era ora di trovare un nuovo ambiente e delle motivazioni nuove per ripartire». A partire dalla serrata trattativa con la Samp e Muriel barricato in un hotel ligure: «Io e il mio agente Lucci volevamo venire a Genova a tutti i costi. Se fosse saltato tutto, sarei tornato “finito” a Udine, non ce l’avrei fatta più. Ferrero non mi conosceva, ma mi ha dato subito affetto. E poi Mihajlovic mi ha fatto capire quanto ci teneva a me».
ESEMPIO E RUOLO – Un compagno di reparto come Samuel Eto’o non si trova tutti i giorni: «In allenamento ha tutta la classe che gli ho sempre visto e sopratutto ha tanta voglia di mettersi in mostra. Sta benone». Domenica forse sarà il turno di Muriel contro il Chievo. Ci si chiede se il colombiano possa giocare da esterno: «Lui gioca 4-3-3, lo faceva con Gabbiadini e mi vede da esterno, proprio come lui. L’ho già fatto al Granada e mi viene bene: con la voglia che ho, farei qualsiasi sacrificio. Stiamo facendo un gran campionato, sarebbe bello centrare la qualificazione in Europa League».
RIMPIANTO MONDIALE – Muriel era nella lista di pre-selezionati del ct Pekerman, ma alla fine non ha partecipato allo scorso Mondiale con la Colombia: «Mi è dispiaciuto molto, ci sono andato a un passo. Mi hanno detto che non c’ero un giorno prima di partire: è stata dura, ma anche quella è una motivazione in più. «Non può succedere di nuovo», mi sono detto». L’U-20 colombiana quattro anni fa al Mondiale di categoria esibì un trio con lui, Duvan Zapata del Napoli e James Rodriguez del Real Madrid: «Con James abbiamo fatto lo stesso percorso. Ci sentiamo sempre, anche lui è rimasto lo stesso: mi racconta del Real e mi dice che è un altro mondo, oltre anche quello che immaginava».