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A tutto Muriel: balletti e risate tra passato e presente – VIDEO

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L’attaccante della Sampdoria si concede a un’intervista particolare: dal passato al presente, tra idoli da seguire e curiosità della sua vita

Probabilmente un po’ di imbarazzo iniziale al ricevimento dei palloncini per il suo compleanno, ma non ci ha messo molto Luis Muriel a lasciarsi andare alle domande dei ragazzi dell’Italian Football TV. Da New York a Bogliasco, solamente per incontrare l’attaccante colombiano e ripercorrere la sua vita calcistica tra simpatiche curiosità e domande astratte. Si parte forte, con una pazzia che lo ha visto protagonista ai tempi dell’Udinese: «Ho avuto la fortuna, quando ero a Udine, di ricevere affetto da un tifoso in particolare. Ha fatto quasi 1000 chilometri in treno, facendo molte fermate e camminando, per venire a trovarmi. È stata la cosa più pazza e bella che abbiano mai fatto per me». Per arrivare in Serie A, ne ha fatto di strada: «Non so cosa avrei fatto senza il calcio, avevo in mente solo quello: durante gli ultimi anni di scuola sono andato via da casa, ho cambiato città solo per giocare a calcio. Nella mia squadra ho potuto concludere gli studi, ma con il professionismo ho dovuto smettere definitivamente».

COLOMBIA E ITALIA, IL PASSO È BREVE – In Colombia c’era già profumo di Italia, il destino era segnato: «In Colombia vedevo moltissime partite di Serie A, Inter e Milan sono le squadre più seguite. Si parlava tanto del Fenomeno. Sono molto contento quando mi paragonano a Ronaldo, ma non mi vedo nelle sue movenze. Gli altri sì, io però cerco di pensare a me stesso: sarebbe fantastico se riuscissi a fare anche la metà di ciò che ha fatto lui, è un punto di riferimento da quando sono bambino. Nella mia carriera ho incontrato due difensori davvero tosti da superare: uno è Thiago Silva ai tempi del Milan, quando io vestivo la maglia del Lecce, e l’altro è Barzagli della Juventus. Con loro due ho fatto davvero tanta fatica. Non tirerei mai, invece, un rigore a Handanovic, avrei paura dal dischetto. È un portiere completo, ne ha parato molti». Idoli e riferimenti, ma la squadra di calcetto ideale? «Beh, dico Neymar, Messi, Draxler, Bentaleb e Neuer».

SAMP SQUADRA UNICA – Lecce, Udinese e ora Sampdoria. Inutile nascondere che si respiri una buona aria nello spogliatoio: «A me piace tanto fare scherzi, battute, mettere la musica. Rido sempre con i miei compagni di squadra, specialmente Torreira mi segue molto. Anche Barreto scherza molto, nonostante sembri una persona molto seria. Il campione però è Cigarini: ha trovato nei social la maniera di rincarare la dose e pubblicare ciò che ci diciamo nello spogliatoio». Scherzi a parte, sono tutti forti quando si parla di qualità tecniche: «È complicato per me parlare dei singoli perché ritengo che in squadra ci siano molti giocatori forti, mi hanno impressionato molto quest’anno. Non pensavo, vista la loro età, potessero fare così tanto: mi riferisco a Schick, Praet, Torreira, Linetty. Giocano come se fossero in Italia da tante stagioni, è molto bello vederli in campo. Giampaolo? È un grandissimo allenatore e lo sta dimostrando ogni giorno quando la squadra va in campo. Si vede sempre qualcosa di diverso, è sotto gli occhi di tutti. Sta dando molto alla Sampdoria a livello di gioco e mentalità, è in grado di tirar fuori le qualità di chiunque oltre a tenere compatto il gruppo». Per concludere, la rete più pesante che lo ha reso orgoglioso: «Un’emozione unica, difficile da descrivere. In quel momento ho pensato a tutto: alla storia, al derby, ai tre punti, ai tifosi. Sapevo di fare qualcosa di importante, è stata una gioia immensa».

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