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Montella: «Salvezza? Sono ottimista. Io in Nazionale? Serve un ct esperto»
Le difficoltà non spaventano Vincenzo Montella, che non ha tentennato di fronte alla possibilità di allenare la Sampdoria: «Un allenatore ha sempre voglia di allenare, anche quando sa di poter incontrare difficoltà. Chi me lo ha fatto fare? La passione per la Samp, l’entusiasmo del presidente e la convinzione che qui si potesse costruire qualcosa di importante. Il cammino, fino a ora, è stato per certi versi disastroso, è vero. Ma sono ottimista perché sono arrivati segnali molto incoraggianti».
E’ fiducioso, dunque, il tecnico blucerchiato. Nel corso dell’intervista a La Gazzetta dello Sport, infatti, a più riprese lancia segnali rassicuranti alla squadra, nonostante gli ostacoli incontrati finora: «Non avevo mai subito così tante sconfitte, questo è sicuro. Ho letto un bellissimo pensiero di Bielsa, che riassumo così: “Si migliora di più nelle difficoltà che nel successo, perché quest’ultimo è fuorviante e ti fa perdere equilibrio. Nelle difficoltà affini le tue convinzioni e crei le basi per migliorare”». L’esperienza a Genova, dunque, si è rivelata utile per Montella anche per migliorare: «Ho un’esperienza in più nel mio bagaglio di allenatore. Penso che i fatti insegnino più delle parole. Le cose le devi vivere, emotivamente, per far si che ti lascino qualcosa».
A migliorare, però, deve essere anche la squadra, che in questa stagione ha dimostrato di avere qualche problema nell’approccio alla partita: «Probabilmente questa squadra, me compreso, ha bisogno di trovarsi con l’acqua alla gola per esprimersi al meglio. Quando superiamo degli ostacoli subentra, a livello inconscio, un rilassamento che porta agli errori. Quali ho commesso io? Ci sono gli errori, non i rimpianti, perché ogni decisione viene ponderata e condivisa con il mio staff. A posteriori tutto è più facile».
Montella non vuol sentire parlare di cambi di moduli. Lui cambia strategie. Non cambia, invece, la filosofia, che deve essere necessariamente una: «La si sceglie e la si porta avanti con convinzione, altrimenti si genera confusione. Il Chievo ci ha battuti con una filosofia completamente diversa dalla nostra. Sono stati più bravi, ma è anche vero che loro la portano avanti da anni. Avere continuità, alla lunga, porta vantaggi».
E a proposito di filosofia di gioco, espone come è nata la sua: «Ero ancora calciatore. Mi allenavo al massimo anche se giocavo poco. Quando disputavo una partita da titolare, il giorno dopo avevo dolori muscolari ovunque. Mi chiedevo perché visto che mi allenavo bene. Da lì mi sono documentato, ho letto, sono finito in una sfera di conoscenze e non ne sono più uscito. Noi monitoriamo i dati di tutte le partite, e in questi anni ho notato che per giocare bene devi correre meno dell’avversario. Secondo me all’estero vanno più forte perché si allenano meno. Non rischiano l’overtraining, fanno più partite e meno allenamenti, sfruttando un impegno nervoso minore del nostro. Gli altri, insomma, vanno più forte perché si allenano in maniera diversa, non perché giocano in maniera diversa».
Si parla poi di lotta per la salvezza, visto che la Sampdoria è a 4 punti dalla zona retrocessione: «Sappiamo che dovremo ancora lottare, che dobbiamo migliorare e che abbiamo bisogno di punti, ma devono arrivare attraverso una filosofia di gioco. Spiegatemi l’equazione: per fare punti salvezza non bisogna giocare bene. Io non sposo questa idea perché non la capisco. Qui ci si fa prendere troppo dagli ultimi eventi. Bisogna essere più razionali e lucidi. Sono ottimista perché vedo la realtà, e quella è costituita da ragazzi coesi, uniti e consapevoli delle difficoltà. Se guardo gli altri, poi, sono sicuro che ci siano squadre più in difficoltà di noi».
All’orizzonte la sfida contro la Fiorentina, dove ha allenato in precedenza: «Come vivo l’attesa? Sereno, con un po’ di curiosità e con piacere. Quelli di Firenze sono stati tre anni bellissimi in cui sono cresciuto come allenatore. Ho ricevuto tantissimo e dato altrettanto. Penso di aver lasciato qualcosa. Diciamo che siamo 50 e 50».
Si passa poi alla lotta scudetto. Montella non pensa al fatto che la sfida contro la Juventus all’ultima giornata potrebbe rivelarsi decisiva a favore del Napoli: «No, io penso solo a salvarmi prima dell’ultima giornata. Duello Sarri-Allegri? Sono diversi, entrambi da stimare. Apprezzo molto Allegri per il suo modo di comunicare, per come gestisce l’aspetto emozionale, con equilibrio, anche dopo le sconfitte». Infine, sul suo futuro: «La sconfitta con il Chievo ha riportato tutti con i piedi per terra. Ogni energia è concentrata solo sul presente. Se chiamasse Tavecchio? Ho letto che avrebbe bisogno di un federale, uno esperto. Credo sia quello il profilo giusto».