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Montella: «Il Napoli non è una sorpresa, dobbiamo fare punti»

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La Sampdoria si ridimensiona solo in parte. Vero è che con questa situazione di gioco e classifica è impossibile volare con la fantasia su quella che sarà la posizione finale del Doria a maggio, o per lo meno è poco sensato. Ma è altrettanto vero che limitarsi a pensare alla salvezza, con altre squadre ben più coinvolte in questo discorso, è riduttivo. Quindi meglio fare un passo alla volta; Vincenzo Montella lo sa bene e proprio per questo motivo non vuole che si parli di una Sampdoria che lotterà per la salveza da qui a fine stagione. «Dobbiamo pensare che dobbiamo lottare per salvarci… almeno in questo momento deve essere questa la nostra mentalità. I complimenti, lo abbiamo visto, ci fanno male. Ma non lotteremo per salvarci…».

Qualcuno ha detto che questo per lui è forse il momento più difficile da quando allena. In realtà, nell’intervista rilasciata al quotidiano
Il Secolo XIX, l’allenatore della Sampdoria non sembra tanto convinto di questo: «Non penso… magari per i risultati. Ma per il resto, ogni periodo è un’esperienza. E fa parte di un processo di crescita personale e professionale. Investi tutte le tue energie per affrontarla, viverla e risolverla nel modo migliore. In ogni caso penso sia più difficile gestire i periodi positivi. L’euforia».

A scanso di equivoci: non c’è stata nessuna sorpresa. «Io sapevo tutto della società, della squadra, del campo. Conoscevo le criticità. Sono venuto anche per questo. Per il resto, un allenatore deve avere delle risposte e io qui le ho. Come le ho avute in altri posti, in situazioni di classifica migliori. La costruzione di una squadra richiede tempo, l’assemblaggio richiede tempo».

Questa prima parte della sua gestione è stata segnata più che altro dai tanti allenamenti blindati a porte chiuse. Il motivo è presto detto: «Per evitare distrazioni, non perché abbia qualcosa da nascondere. E mi scuso con i tifosi. Ma il nostro centro sportivo ha una logistica particolare. Sul campo inferiore si vede tutto. Da fuori e da dentro. Si vede la gente che parla al telefonino, i tifosi che arrivano in motorino, si sentono le urla degli allenatori sul campo vicino. Se fossi un tecnico avversario manderei qui un paio di ragazze in minigonna… Noi abbiamo bisogno invece della migliore condizione per ottenere la massima concentrazione. E sul campo superiore la gente è attccata alle griglie, sente tutto. E io magari a volte ho bisogno di essere un po’ duro con i miei giocatori e non mi va di farlo davanti ai tifosi».

Domenica, finalmente alle 15, a Genova arriverà il Napoli di Sarri. E non saranno certo le polemich degli ultimi giorni a distrarre allenatore e giocatori, che verranno a Genova per vincere e mantenere la posizione di verice in campionato. Per Montella questo exploit degli azzurri non è certo frutto del caso: «Sono primi, in città c’è entusiasmo. Cercheremo di fare punti, anzi ne abbiamo più bisogno noi di loro. Me li aspettavo così in alto, non sono una sorpresa, hanno giocatori molto forti».

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