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Milan-Sampdoria, Giampaolo: «Non aspetteremo il risultato»
Milan-Sampdoria, Giampaolo presenta in conferenza stampa il match in programma domenica alle ore 20.45
Un giro d’orologio divide la Sampdoria dal match in trasferta contro il Milan di Gattuso. Giampaolo, nella consueta conferenza stampa della vigilia, presenta le insidie della partita e i punti di forza della sua squadra, le scelte e i dubbi di formazione. La sfida con il Milan a San Siro è una partita importante: «La squadra è serena, consapevole, non sarà sola perché ho letto di un ottimo seguito da parte della nostra tifoseria. È una partita da giocare con il gusto di potertela giocare, non solo per quello che rappresenta ma per la sua bellezza intrinseca. Non dobbiamo tradire i nostri principi, se noi dovessimo sbagliare non è una tragedia, se dovesse sbagliare loro noi potremo distaccarli. In questo momento vedo un Milan con grande entusiasmo, è mentalmente libero e penso che giocherà al cento per cento delle sue potenzialità».
Giampaolo stima molto il tecnico rossonero: «Penso che entrambe le squadre se la giocheranno per quello che sono. Ho visto diverse del Milan e mi pare che ci siano dinamiche che si ripetono. Gattuso è stato bravo, rappresenta la più bella pagina storia sportiva del Milan, ha esperienza, è giovane, ha dieci anni meno di me. Mi è simpatico perché è uno che non cerca scorciatoie, mi ricordo un episodio: io feci un intervento per i calciatori che avevano vinto il mondiale, avevamo un appuntamento alle 10.30 e ne mancava uno. Gattuso non volle posticipare il programma, facendo rispettare l’orario: è uno professionale, che mi piace».
«Non è uno scontro diretto perchè abbiamo tante partite davanti: se noi sbagliamo siamo ancora in corsa, se sbaglia il Milan noi allunghiamo. Se facciamo bene questa e poi ne sbagliamo una più facile? Discorsi di questo tipo non possiamo farne. Sono andato sempre a Milano con la sensazione che al 90% l’avrei persa, oggi non sono in questa condizione. Ora siamo davanti al Milan e speriamo che finisca così. Andiamo a incontrare una squadra nel suo momento migliore, non si trovano in un momento di difficoltà mentale. Calcoli non li ho mai fatti, non gli ho mai detto di giocare per non perdere: voglio dentro alla partita tutti i contenuti. Noi giochiamo per rispettarci. Il Milan è compatto, Suso e Bonaventura sono giocatori velenosi in attacco, Cutrone sa palleggiare, Bonucci e Romagnoli sono due registi difensivi, dovremo fare una partita di spessore fisico, tecnico e tattico».
«I miei ragazzi stanno tutti bene, tranne Sala. Oggi pomeriggio abbiamo un allenamento, domani un altro e domani pomeriggio farò le mie scelte. Praet invece conto di riaverlo già martedì con noi, è una speranza. La squadra l’ho vista molto bene a partire da giovedì quindi sono molto fiducioso. Io se fossi in loro non vedrei l’ora di giocarmi questa partita, a loro posso ribadire il loro valore individuale e collettivo ma è una bella partita da andare a giocare bene assumendosi anche dei rischi che siano calcolati, ma che ci mettano in condizione di giocarci la partita, pensando di determinare il risultato e non aspettandolo. Richiamerò alla leggerezza perché non è l’ultima di campionato dove se perdo devo andare a vedere la differenza reti. Può succedere di perdere questa e arrivare davanti al Milan oppure vincerla e arrivargli comunque dietro: ci misuriamo, chi meriterà la vincerà».
«Io non sono un ruffiano, penso che i rapporti si debbano costruire con il sentimento. Lo spirito di appartenenza ti può far dare qualcosa di più, non può essere indotto lo devi sentire. Quello che ho detto sulla maglia, lo sento veramente. A volte il merito lo ha chi ti fa trasmettere quelle emozioni: questo ambiente mi trasmette quello che siamo, il valore di questa maglia. Quello che mi soddisfa è il rapporto che ho con i calciatori, quello è l’aspetto più vero. La Sampdoria è un ambiente straordinario per lavorare e lo sarà sempre di più: per l’affetto della gente, per le strutture che stanno nascendo, se non si sbagliano le programmazioni si andrà avanti benissimo. Il sentimento c’è bisogna solo metterci il lavoro».