2014

Mihajlovic: «Salto di qualità? I dirigenti sanno quello che serve»

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La stagione casalinga della Sampdoria sta per concludersi, è stato un anno lungo e difficile ma la salvezza è arrivata tranquilla e ora restano solo due partite nella quale fare bene per non buttare tutto alle ortiche e salutare il grandioso pubblico che durante questa stagione ha sempre sostenuto la squadra anche nei momenti più duri.

Di questi e altri temi hanno parlato Sinisa Mihajlovic, Daniele Gastaldello e Angelo Palombo nella conferenza stampa prepartita di Sampdoria-Napoli: «La vittoria che manca contro le big? Speravo di non dover rispondere a una domanda del genere, perchè finora non ha portato bene. Quali sono le vere grandi? Juve, Milan, Fiorentina… però se guardiamo la classifica abbiamo vinto con squadre che erano sopra di noi in classifica, come Verona o Torino. La Samp può tornare grande? Dipende da cosa si vuole fare e da quanto si vuole investire. Tutto il calcio europeo, a parte poche squadre, sta vivendo un periodo di crisi e bisogna anche adattarsi a questo. Quello che serve alla Samp per fare il salto di qualità lo sanno i dirigenti, e lo sapranno ancora meglio quando ci incontreremo. Dovremo anche vedere come si svolgerà il mercato, chi partirà e chi arriverà. Io sicuramente, come allenatore, ho una certa mentalità, e i ragazzi lo sanno».

La gara sembra non promettere spettacolo visti gli obiettivi già raggiunti: «Quando sono arrivato c’era poca fiducia in tutto l’ambiente – prosegue Mihajlovic – poi siamo passati ad avere tanta fiducia da pensare anche all’Europa League. Ma ci siamo salvati con molte giornate di anticipo, e si spendono molte energie fisiche e mentali. Pensando a dove siamo partiti, il nostro Scudetto lo abbiamo vinto. Io l’energia ce l’ho sempre. Ci sono partite che giochi per te stesso, e partite che giochi per l’allenatore. Ci sono anche partite che giochi per i tifosi, e mi sembra giusto dare una gioia ai ragazzi che vengono allo stadio. Noi siamo dei privilegiati a fare questo lavoro, ma sappiamo che c’è gente semplice, che magari fa sacrifici per venire allo stadio, e gioisce e soffre per la Samp. Se non fossi stato felice alla Samp non avrei mai accettato. Sono felice di fare questo lavoro, a maggior ragione in una squadra in cui ho giocato».

A riguardo intervengono anche Gastaldello e Palombo:  «È l’ultima a Marassi quest’anno – esordisce Palombo – e vogliamo dare una gioia al pubblico e anche a noi, visto che non abbiamo mai vinto con una grande». Il Capitano è dello stesso avviso: «La voglia di vincere c’è sempre, poi i risultati possono arrivare o meno. Domani cercheremo di vincere questa partita». 

Si passa alla formazione, e ai dubbi del tecnico serbo: «Ho due dubbi di formazione: uno su due mancini che giocano larghi in avanti e l’altro a metà campo, se far giocare dall’inizio un mio connazionale o un brasiliano. Il futuro? Sicurezze non se ne possono dare, bisogna però avere la fiducia. Tutti lavorano per fare bene, e ci vuole fiducia reciproca, si lavorerà insieme e poi si vedrà. Le garanzie non le può dare nessuno, se non squadre come il Manchester City o il Monaco, che hanno la possibilità di spendere».

Si parla anche dei deplorevoli fatti avvenuti sabato scorso a Roma, con gli scontri fra tifosi fuori dallo Stadio Olimpico:  «Il calcio dev’essere una festa come è stata a Parma. I tifosi della Samp e del Parma erano insieme e non c’erano problemi, ed è ciò che dovrebbe succedere sempre, ma in Italia non avviene. La finale è stato un brutto episodio per l’Italia e per il calcio in generale. Assomigliano ad episodi che succedevano qualche anno fa nel mio paese, come anche fischiare l’inno, e da lì si va sempre in peggio. Non è un caso che sempre meno giocatori vogliano venire a giocare in Italia».

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