2013
Mihajlovic, la rivoluzione della semplicità
Sinisa Mihajlovic alla Sampdoria si è imposto con semplicità. Ha fatto le cose che andavano fatte, senza strafare. Ha unito il gruppo, ha valutato i giocatori secondo il proprio valore e li ha impiegati nella loro posizione naturale. Ha reintegrato gli esodati, spostato Palombo a centrocampo e Gabbiadini a destra. Ha fatto un rapido calcolo e ha scelto il 4-2-3-1 non solo perché è il modulo più in voga tra i grandi allenatori («Da ct ho fatto visita ai migliori tecnici europei: Mourinho, Guardiola, Klopp, Wenger, Ferguson e Mancini» disse giorni fa alla Gazzetta), ma anche per abbinare le qualità dei suoi giocatori nel miglior modo possibile.
In tutto ciò, fino a qualche settimana fa Eder era, per molti (e per me), nulla più che un discreto giocatore: bravo nel dribbling, rapido, infallibile dal dischetto, ma spesso fumoso ed infruttuoso. Con Sinisa, la nomenclatura tattica del brasiliano è stata del tutto rivoluzionata ed Eder è stato spostato sulla sinistra, lì dove lo spazio per correre e dribblare c’è abbondantemente. E ne ha fatta di strada, ieri pomeriggio, saltando sistematicamente il povero Gyomber e colpendo pure per l’abilità di inserimento senza palla, culminata nel goal che ha sbloccato la gara.
Dicevamo, tra le altre cose Sinisa ha spostato Gabbiadini a destra. E anche qui non ha fatto altro che la cosa più semplice possibile. Gabbiadini era la prima punta, il goleador da formare, valorizzare e impacchettare alla Juventus per inaugurare il tanto chiacchierato modello Udinese. Sinisa però mangia pane e pragmatismo e l’unica cosa che l’ha colpito di Gabbiadini come centravanti è stata l’incosistenza delle statistiche (solo ventinove reti, in tutte le competizioni, prima di vestire la casacca blu col colletto). Ha sempre giocato sulla fascia, ha la corsa e il fiato per rendersi utile anche in fase difensiva, e allora lo mettiamo sulla fascia. A destra e non a sinistra, perché il suo mancino, sino a quel momento mal servito e poco sfruttato, è preciso e, rientrando dall’out di destra, può essere letale. A dir la verità, può essere anche straordinariamente bello da vedere, come abbiamo capito vedendolo proiettare il pallone verso le ragnatele dell’incrocio dei pali.
E quindi no, non era un flop Gabbiadini (anche se chi l’aveva visto giocare almeno una volta prima di oggi, se n’era già accorto), e probabilmente anche Eder, in quella posizione, può scrivere un nuovo ed avvincente capitolo della sua carriera. È bastato Mihajlovic, sic et simpliciter.