2013

Mihajlovic e i Capitani in conferenza: «Siamo sulla giusta strada, il Catania…»

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Quarta partita per la Sampdoria targata Sinisa Mihajlovic, e terza sfida del cuore per l’allenatore blucerchiato, che scherzo del destino o no, dopo Lazio e Inter incontra anche il Catania, squadra nella quale ha ottenuto i migliori risultati come allenatore. Nella conferenza stampa della vigilia della sfida si presentano come di consueto il mister, il Capitano e il vice capitano:

Prende parola subito il mister, che vuole ripartire dopo la buona prova di Coppa Italia, col 4-1 sul Verona: «Stiamo lavorando per la prima vittoria in campionato anche se sappiamo che non sarà facile: il Catania arriverà col coltello fra i denti, si chiuderanno per ripartire in contropiede. Hanno un po’ di giocatori fuori per infortuni o squalifica ma rimane una buona squadra. Se ripetiamo le ultime tre prestazioni dovremo comandare noi il gioco e cercare di vincere».

Parlavamo di sfida del cuore, cosa confermata anche da Mihajlovic, che ricorda l’ottimo campionato con gli etnei: «A Catania ho trovato ragazzi che si sono messi subito a disposizione, una situazione simile a quella della Samp».

Intervengono anche Angelo Palombo e Daniele Gastaldello, che dovendo utilizzare un solo aggettivo per descrivere la nuova Sampdoria scelgono:
«La Samp è più convinta – dice Gastaldello -.  Rigenerata – sceglie Palombo -».

Riprende parola il mister:
 «Mi associo ai Capitani: se ripetiamo le prestazioni passate è tutto più facile, anche se ogni partita fa storia a se. Io dico ai miei ragazzi di non preoccuparsi dell’avversario, ma di pensare a se stessi. Dobbiamo essere propositivi e aggressivi, solo così arriva il risultato. Non mi piace dire che queste sono partite decisive, ma se si vince è importante, anche se c’è ancora tanta strada da fare. Abbiamo qualcosa da perdere? Questa è una mentalità provinciale: la gara col Catania vale comunque tre punti come tutte le altre. Andiamo in campo convinti, se arriva il risultato bene, l’importante è aver dato il massimo in campo. Poi può capitare di perdere una partita, ma giocando bene saranno di più le vittorie che le sconfitte».

Gastaldello e Palombo analizzano l’avversario: «Domani è una partita importantissima, ma non è decisiva. Davanti abbiamo tantissime altre partite, ma se noi entriamo in campo con la convinzione di San Siro sarà più facile ottenere la vittorie. La mentalità – afferma il Capitano – dev’essere sempre la solita sia che giochiamo con il Catania o con la Juve. Dobbiamo giocare una partita come una battaglia – aggiunge Palombo – dando tutto, poi se gli avversari vinceranno saranno bravi gli stringeremo la mano». 

Si torna a parlare della Coppa Italia e dal simbolo della serata, ovvero l’abbraccio fra Krsticic, autore del gol decisivo del 3-1 e il mister: «Ero contento perchè con quel gol abbiamo chiuso la partita, Nenad è un bravo ragazzo, mi ha fatto piacere ma soprattutto per la partita che grazie al suo gol è stata chiusa: anche da queste cose si vede che questa è una squadra unita. Se non c è l atmosfera giusta non vinci niente, se c è l atmosfera giusta ci si può togliere soddisfazioni . Si sa che si lotterà fino all ultima giornata per la salvezza, ma siamo consapevoli che questa è la strada giusta».

A Catania non tira buona aria, i tifosi hanno ampiamente contestato la squadra durante gli allenamenti, Palombo e Gastaldello commentano con cautela: «Penso che verranno ancora più carichi per far ricredere i propri tifosi – afferma il numero 28 doriano –. Dal punto di vista della cattiveria loro metteranno tutto quello che hanno e noi dobbiamo mettere, se non pari, più cattiveria di loro. Sono cose che caricano, sarà ancora più difficile – replica il numero 17 – perché vorranno dimostrare qualcosa.  Poi, detto questo dobbiamo pensare solo a noi stessi».

Ancora Mihajlovic sulla gara contro l’Hellas: «La partita di giovedì è stata importante per capire su chi posso contare: la cosa che mi piace di più è che questi ragazzi che hanno giocato poco faranno di tutto per mettermi in difficoltà nelle scelte. Con la prestazione che hanno fatto mi hanno fatto capire che posso togliete uno dall’undici titolare e inserire uno di loro: gli altri non si devono sicuri del posto, a toglierli ci metto due secondi».

I gol arrivano sempre dalla panchina, merito dello spirito di gruppo? «Ho fatto i complimenti a Renan, Vasco e Gianluca nella partita di Milano – replice il mister – perché è stato fondamentale per me notare l’atmosfera: quando dai loro l’occasione e la sfruttano vuol dire che posso contare su di loro, è una sana competizione».

Contro il Verona Capitani fuori, fascia consegnata a Vincenzo Fiorillo: «Scelta detttata dal fatto che Vincenzo sia cresciuto nelle giovanili blucerchiate, è un ragazzo cresciuto a pane e Sampdoria – risponde il Capitano – non essendoci né io né Angelo e né Nicola, ci sembrava giusto regalargli un emozione cosi indescrivibile. Se lo meritava – aggiunge Palombo -: è genovese e sampdoriano, si allena al 100% si sa allenare e sa far andare avanti il gruppo pur essendo giovane».

Si parla anche di moduli col mister, soprattutto dal punto di vista offensivo: «Davanti ho 6 giocatori di pari livello: Pozzi, Gabbiadini, Eder, Sansone, Krsticic e Soriano. Non posso farli giocare tutti insieme, li devo far girare in base alle caratteristiche dell’ avversario. Almeno 4 li schiero, mi devono fare la differenza nella fase offensiva ma devono tornare anche per la fase difensiva. Per adesso il modulo funziona ma bisogna saper cercare un equilibrio di squadra, questo modulo è vicino alle nostre caratteristiche».

Domanda per Palombo: nella precedente gestione avevi avuto difficoltà a giocare a centrocampo, dipende dal modulo o da altro? «Può dipendere da molti fattori, io stesso ho pensato di non poter giocare più li, ma penso che la fiducia per me è stata fondamentale, sono un ragazzo che vive molto per la fiducia».

Gabbiadini come punta? Maresca può esser utile? «Gabbiadini può con le sue caratteristiche fare la seconda punta, la prima punta, ma puo stare anche in panchina, l’importante è che dia sempre il massimo. Enzo ha fatto bene, son passati 7 mesi dalla sua ultima partita, è normale che con la stanchezza nel finale sbagliasse qualche passaggio. Per noi sono tutti importanti: bastano 5 minuti per essere decisivo, basta entrare con lo spirito giusto, come è successo per Renan a Milano. Obiang? È un ragazzo cristallino ed è anche po’ intellettuale con quegli occhiali, mi ricorda Lilian Thuram, vedremo oggi se domani in campo ci sarà Obiang o ci sarà un altro».

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