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Editoriale

Mercato, ci è scappata la mano

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In pochi giorni la Sampdoria ha confermato il trend di questo mercato, acquistando Ramirez e Ferrari a cifre decisamente alte e, soprattutto, inaspettate

Avrete sicuramente sentito di Neymar, che lascerà il Barcellona per andare al Paris Saint-Germain: si tratterà del trasferimento più costoso della storia del calcio, perché i parigini pagheranno la clausola rescissoria di 222 milioni ai blaugrana, così da poter permettere all’attaccante brasiliano di scrollarsi di dosso l’ombra di Lionel Messi e provare a diventare il più forte al mondo. L’ennesimo tentativo di andare a vincere una competizione, la Champions League, che a Parigi non vuole arrivare, nonostante gli esborsi economici stiano facendo storia da qualche anno. Questo prologo mi permette di agganciarmi a una situazione che anche in Italia quest’anno ha preso terribilmente piede: l’esasperata valutazione economica che si sta facendo per alcuni giocatori. Milan Skriniar, buon difensore, cresciuto tantissimo sotto la guida di Giampaolo, attento a farsi apprezzare anche durante il pre-campionato dell’Inter, è stato ceduto per 23 milioni di euro: era compreso il cartellino di Caprari, certo, ma la valutazione fatta sul suo valore ha superato le due decine. Incredibile, se ci pensate, per un difensore come Skriniar, giovane sì, promettente sì, ma che ha ancora tanto da dimostrare. È costato poco più della metà di Bonucci (40+2), per dire.

Ora la Sampdoria ha finalmente concluso l’accordo per il suo nuovo centrale difensivo: si tratta di Gian Marco Ferrari, classe ’92 per tre anni al Crotone, compreso lo scorso, e che il Sassuolo non voleva assolutamente cedere. Bucchi lo riteneva parte del progetto, ma la Sampdoria ha trovato la soluzione nella valigetta nera dei film americani: 1,5 milioni per il prestito oneroso e 13,5 milioni di riscatto. Un’operazione da 15 milioni, più l’ingaggio del giocatore che sicuramente supererà il mezzo milione all’anno. Un’altra cifra da capogiro, se considerato che di recente ci siamo dovuti confrontare con l’acquisto di Dennis Praet, il più costoso dell’era Ferrero alla Sampdoria, che però si era fermato intorno ai 10 milioni. Ma forse l’esborso più difficile da comprendere, a oggi, è quello per Gaston Ramirez. Anche qui parliamo di un buon giocatore, che al Bologna fece vedere grandi cose, un trequartista che avevamo già inseguito negli anni scorsi, ma che al momento non sfiora nemmeno la valutazione economica dei 9 milioni di euro, cifra che inizia a circolare nell’ambiente blucerchiato. L’anno scorso Ramirez ha disputato soltanto cinque volte una gara per 90 minuti, con la maglia del Middlesbrough, poi non ha mai terminato la sua partita quando è sceso in campo da titolare: 24 presenze totali, 12 le partite che ha guardato dalla tribuna, più 2 saltate per squalifica. Sicuramente meglio delle 18 presenze fatte in Championship l’anno precedente, sempre con il Middlesbrough. Insomma, la Sampdoria sta spendendo 9 milioni per un buon giocatore utile nello scacchiere di Giampaolo, ma che negli ultimi due anni in Inghilterra è stato utilizzato più come comprimario che come vero titolare. E calcolando che Bruno Fernandes, di quattro anni più giovane e con 35 presenze in sacca in un’unica stagione in blucerchiato, è stato venduto praticamente alla stessa cifra, qualcosa non torna.

Insomma, in Italia il Milan ha tracciato la strada, a quanto pare: invece di trattare i giocatori nel tentativo di strappare una valutazione che accontenti tutti, bisogna presentare l’offerta più alta possibile per far sì che non vi sia una controproposta. Quando hai i soldi per farlo è un’ottima strategia, soprattutto quando sei una proprietà cinese fresca di sbarco in Italia e con un forte potere d’acquisto, discorso diverso è quando sei una società che ha ripetutamente ammesso di vivere grazie alla rivendita di giovani talenti acquistati a poco. Una società così non può e non dovrebbe permettersi di spendere 9 milioni di euro per Gaston Ramirez e 15 milioni per Gian Marco Ferrari. Ma essendo arrivati ad agosto, a circa due settimane dall’inizio del campionato, probabilmente è sopraggiunta la paura di non essere in tempo, di non riuscire a completare la rosa adeguatamente per l’esordio con il Benevento: che questo possa servire da lezione per gli anni prossimi, quindi. Perché né Ferrari né Ramirez faranno il ritiro con la squadra e ci ritroveremo ancora una volta a dover dire “hanno bisogno di tempo”. Almeno, stavolta, pare che Giampaolo un trequartista l’abbia voluto trovare già in squadra e non si tratti di Ricky Alvarez.

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