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2013

Maxi López si racconta a SampMagazine

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Arrivò a Genova poco più di sei mesi fa, quando la Sampdoria decise di acquistarlo con un prestito oneroso di 2,5 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 6 milioni dal Catania, Maxi López scelse la 10, un numero “pesante” da portare sulle spalle, che finora non ha portato molta fortuna al centravanti argentino.
Il 28enne partì molto bene, segnando la sua prima rete con la maglia blucerchiata nella seconda giornata di campionato contro il Siena, riconfermandosi con una doppietta la partita successiva a Pescara; ma poi arrivò l’infortunio al menisco del ginocchio sinistro che lo costrinse a restare fuori per un paio di mesi.
Per riprendersi da questo incidente di percorso, andò a Roma nella famosa Villa Stuart, dove – come racconta a Federico Berlingheri nell’intervista per SampMagazine – venne trattato molto bene: «Là ho lavorato duramente prima di tornare a Bogliasco. Il mio unico obiettivo era quello di tornare il più presto possibile a disposizione del mister. In clinica ho conosciuto molti romanisti, tutte brave persone, ma sinceramente sarei contento di dargli un dispiacere domenica pomeriggio. Per me è stato molto difficile restare fuori a guardare, per un calciatore sono i peggiori momenti. Ti manca vivere tutto ciò che si fa quotidianamente, allenamenti, ritiri, partite. A inizio campionato stavo bene, ero in forma, tanto che feci anche quattro gol tra campionato e Coppa Italia, ma poi arrivò l’infortunio».
Il mercato di gennaio in casa Samp non è stato particolarmente rivoluzionario, come lo fu soltanto un anno fa, però uno dei reparti in cui si è cambiato qualcosa è proprio quello dell’attacco, dove giocava Nicola Pozzi, dove gioca Maxi Lopez e dove giocherà Gianluca Sansone: «Gianluca lo abbiamo accolto bene, piano piano si sta inserendo e sicuramente ci sarà d’aiuto. Mi dispiace molto che Nicola se ne sia andato, tra noi non c’era rivalità anzi avevamo un buonissimo rapporto; purtroppo il calcio è così e dobbiamo accettarlo. Icardi? Già a Bardonecchia capii che era un ragazzo talentuoso e anche con lui ho legato prestissimo, non solo in campo. Ha tutte la carte in regola per diventare un gran giocatore, ma non bisogna mettergli troppe pressioni addosso, perché ha solo 19 anni e ha ancora bisogno di crescere e maturare serenamente».
In questa stagione la Sampdoria ha dovuto compiere scelte difficili, come l’esonero di Ferrara, che ha interrotto sul nascere il possibile avvio di un nuovo ciclo: «Quando un allenatore viene esonerato la sconfitta non è solo sua, ma di tutti; certamente dispiace molto. Ma ora dobbiamo concentrarci sul presente, pensiamo al mister che è arrivato e che ha subito dimostrato di avere le idee chiare e la voglia di lavorare sodo. Il suo obiettivo è quello di trarre il massimo da noi giocatori. Il mio scopo, ora, è quello di ritrovare la forma migliore per poi essere a completa disposizione della squadra. Ritornare sul prato di Marassi è stata una bella emozione, l’atmosfera era speciale ed era tutta per il nostro Presidente. Contro il Pescara il gol del 7 a 0 sarebbe stato inutile, spero di farne altri decisivi per la Samp. Il mio traguardo? Da qui alla fine della stagione vorrei dimostrare alla società e alla Sud chi è il vero Maxi López. L’ho già detto ma lo ripeto: al momento dell’infortunio tutti mi sono stati vicini, la società e questi tifosi meravigliosi e hanno sempre creduto in me nonostante mi abbiano visto poco in campo. È anche per loro che voglio rientrare più forte di prima e ripagarli per tutta questa fiducia».

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