2014
Mattia Lombardo a SampTv: «L’esordio? Un punto di partenza»
L’esordio in Serie A, un’emozione fortissima, una di quelle che si ricordano per tutta la vita e che si tengono strette strette per poterle poi raccontare, magari a fine carriera, ai nipotini: lo sa bene il giovane blucerchiato Mattia Lombardo, figlio d’arte, del grande Attilio, che ha debuttato nella massima serie, rilevando Palombo, durante il match contro l’Inter di domenica.
Di ruolo centrocampista, il giovane (classe ’95) ha avuto l’occasione di testare l’erba del Ferraris con la maglia “dei grandi”, giocando uno scampolo di partita insieme a Gastaldello e compagni, davanti ad uno stadio gremito di tifosi: «E’ stata una sensazione bellissima» aveva raccontato Mattia, al termine della gara, parlando del suo debutto. E questa sera, proprio per ritornare ancora a rivivere le forti sensazioni legate al suo esordio ma anche per ripercorrere la sua carriera dalle giovanili – già ricca di soddisfazioni ed importanti traguardi raggiunti – è stato ospite di Studio Live, andato in onda su SampTV.
«Quella di domenica scorsa – ha esordito il calciatore – è una giornata che ricorderò sempre. Non è stata ottima per il risultato, con una partita condizionata da subito, ma dal punto di vista personale sono molto contento perché è arrivato il mio esordio, che aspettavo da tanto tempo. Non mi aspettavo invece di entrare, ero seduto in panchina e ad un certo momento Sakic mi ha mandato a riscaldarmi: in quei momenti non ho realizzato subito, ho iniziato a guardare la gente intorno e poi sono entrato in campo: è stata un’emozione difficile da descrivere, mi sembrava di essere in un altro mondo. Avevo anche la vista offuscata, ma sono entrato tranquillo e sono soddisfatto. Ho incontrato giocatori da grande squadra, con carriere importanti alle spalle e che guardavo solo in televisione o avevo in figurina, e nei minuti che ho giocato ho calciato anche una punizione, senza paura, perché in Primavera solitamente le batto io. E’ stato tutto un grande effetto, che sono riuscito a comprendere solo a fine partita. Scendere in campo con la prima squadra era uno dei miei obiettivi di inizio anno e sono felice di averlo raggiunto, sono stato convocato anche per la trasferta di Catania e per me questo è un punto di partenza».
Il giovane Lombardo ha poi proseguito raccontando ancora le sensazioni provate, parlando anche dell’importanza che “veterani” quali Gastaldello e Palombo risultano per lui: «Sono stato accolto in squadra veramente bene da tutti e sono davvero contento anche per l’affetto dei tifosi. Rivedere un nuovo Lombardo giocare, siccome mio padre è rimasto nel cuore di molta gente, penso sia stata una grande emozione per tutti, per me, la mia famiglia e gli stessi tifosi. Trovarsi in un campo importante è fantastico e mi trovo bene – ha proseguito – con gli altri compagni che mi danno consigli, specialmente Gastaldello e Palombo, e che accolgono bene anche i miei colleghi della Primavera: questo è un fattore che aiuta molto tutti noi».
Continuando sul debutto nella massima serie, Mattia ha parlato anche delle tante manifestazioni di affetto che gli sono arrivate alla fine del match con l’Inter: «Mi sono arrivati tantissimi messaggi dopo la partita e con calma ho chiamato anche mio papà per parlargli: ci siamo sentiti ed era molto emozionato per il mio esordio perché per qualsiasi padre il fatto vedere il proprio figlio che riesce a realizzare un sogno è motivo di grande soddisfazione. E’ stato contento anche Roberto Mancini, che è molto amico di mio padre. Le mie prime tifose sono comunque mia mamma e mia sorella, che mi seguono sia all’Andersen di Sestri Levante che in trasferta: sono sempre presenti e mi danno supporto ogni volta. La mia famiglia, come quelle dei miei compagni, fa molti sacrifici per me e le sono grato».
Oltre ad essere diventato un calciatore blucerchiato, il centrocampista – capitano della Primavera blucerchiata – è tifoso da sempre della Sampdoria e lo ha rivelato durante il suo intervento: «Andavo allo stadio con mia mamma e anche se mi sono perso gli anni migliori della Samp, essendo nato nel 1995, sono riuscito a rivedere nei video quei bei momenti che hanno segnato la storia. Ed, essendo un grande tifoso capivo le sensazioni che avevano tutti i calciatori ed i tifosi a quel tempo. Ora il livello del calcio si è alzato, è tutto molto più fisico ed è difficile sfondare, però quelle immagini che ho visto rimarranno sempre nel cuore e nella mente di tutti i tifosi».
«Il cognome che porto sulla maglia? Non mi ha mai creato tanti problemi perché ho pensato solo a me, seguendo i miei obiettivi. Dietro a tutto quello che ho raggiunto ci sono tante rinunce, sacrifici e molto lavoro e se ora sono riuscito a realizzare uno dei miei sogni è anche grazie ai miei compagni della Primavera, ai mister che ho avuto, ai giocatori della prima squadra e anche a Sakic e Mihajlovic. Palombo? Angelo per me è un punto di riferimento, è una bandiera e ha scritto la storia della Sampdoria. Per me entrare al suo posto, anche dopo averci giocato per una piccola parentesi in Primavera, è stata un’enorme soddisfazione. Chiedo a lui molti consigli anche se come gioco forse mi rivedo un po’ di più in Pedro Obiang. E ora, facendo anche il difensore, guardo tanti che giocano in quel ruolo come Bonucci, Thiago Silva e cerco di rubare qualcosa anche a loro».
«L’ambiente Sampdoria è perfetto, in cui si può crescere e maturare nel modo giusto. Ho iniziato la mia carriera esattamente dieci anni fa e nei primi tempi gli allenamenti che ho svolto si basavano molto sulla tecnica, sui primi calci al pallone. Tutti gli allenatori che ho incontrato fino ad ora mi hanno sempre migliorato: passando dai Giovanissimi agli Allievi e da questa categoria alla Primavera c’è stato sempre un passo in avanti. Gli anni degli Allievi sono stati importanti, perché danno una forte spinta, e la Primavera è un passo fondamentale, che viene prima di quello che è il salto nel calcio vero degli adulti. Tufano? E’ stato il primo allenatore che è riuscito a tirare fuori quello che avevo dentro, grintoso e crede molto nei suoi principi. E’ stato importante per me e i miei compagni, così come Beruatto con cui siamo diventati campioni d’Italia nella categoria Allievi».
Non è mancato un pensiero su Enrico Chiesa, l’allenatore che sta guidando molto bene la Primavera: «Ringrazio il mister che mi ha provato tempo fa come difensore: inizialmente era un ruolo difficile, perché avevo appena iniziato, però ora mi trovo bene e riesco a dare il massimo sia da centrocampista che difensore e credo che sapere interpretare bene più ruoli saràimportante per il futuro. Come squadra dobbiamoontinuare a credere, vogliamo raggiungere le Final Eight, i playoff, e dobbiamo continuare ad avere la voglia di vincere. Il nostro obiettivo è vincere, crediamo ancora nel secondo posto, non dobbiamo mollare e ce la faremo perché siamo un gruppo molto unito. Fosse per me, farei esordire tutti i miei compagni perché lo meriterebbero e se dovessi fare un nome alla società forse consiglierei Oneto».
Infine qualche parola sulle passioni, che Mattia coltiva al di fuori dei campi da calcio: «Mi piace molto giocare a golf, mi diverto a gareggiare con mio padre. Altri miei hobby sono la musica e la Playstation, ma per il resto non faccio nulla di particolare. In amore? Sono romantico quando serve. Sogni per il futuro? Mi piacerebbe partire per Bardonecchia e poi magari ragionare con la società per valutare quale è la soluzione più giusta per me».