2013

Marotta: «Spero che Samp-Juve sia una festa dello sport»

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Giunto ormai al secondo successo consecutivo in Serie A, Beppe Marotta può lasciarsi andare in una lunga intervista rilasciata al Secolo XIX. L’a.d. bianconero sta festeggiando il secondo scudetto, ma il suo destino viene sempre incrociato con quello della Samp, dove ha trascorso otto lunghi anni. Dopo aver parlato della situazione della Juventus, un accenno anche sui blucerchiati con cui ci potrebbero essere incontri sulle strade del calciomercato (vedi Zaza o Obiang): «Sono due giocatori della Sampdoria, ma non si manca mai di rispetto alle altre società – dice l’a.d. bianconero – Figuratevi se lo faccio con le persone che ho fatto crescere. Non dimentico che devo tanto alla famiglia Garrone». Tuttavia si può dare una valutazione ai due giocatori: «In prospettiva, sono due ottimi giocatori. Appetibili. Zaza alla Samp l’abbiamo portato io e Paratici».

L’ultima giornata sarà Sampdoria-Juventus. Ci si chiede se non sia corso un brivido sulla schiena a Marotta quando ha visto che nell’ultimo turno di campionato si sarebbe dovuto scontrare con il suo passato, per giunta in trasferta: «Mi ero fatto tutto un altro film – afferma il dirigente, alla Samp dal 2002 al 2010 – Sai che stress se la Juve avesse dovuto conquistare lo scudetto e la Samp cercare di salvarsi. Fortunatamente non è così. Spero in una bella festa dello sport». Sabato sera si giocherà al “Ferraris”, ma chissà se tra cinque anni si giocherà al “Sampdoria Stadium”, vedendo così realizzato il sogno di Riccardo Garrone di un nuovo impianto blucerchiato: «Me lo auguro. La Samp ha una proprietà solida – continua Marotta – e un presidente tifoso, come lo sono Agnelli o Moratti. Ora c’è anche un’ottima organizzazione societaria con Osti e Sagramola. Ha le carte in tavola per fare un salto importante».

Sabato sera il cuore sarà diviso a metà: «Sono l’amministratore delegato della Juventus…». Tuttavia, in un duello fra le due città, Marotta sceglie il cuore e punta sulla Lanterna: «Tra le due, la mia città del cuore è Genova, perché vi sono nati i miei figli, Giovanni ed Elena». Manca qualcosa di Genova? «Nulla, Torino è magnifica. Ma ho sentito quanto amore ho per i genovesi, ripensando alle sofferenze che devono aver patito per la tragedia del porto», chiude il dirigente bianconero.

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