Maresca a tutto campo: "Obama, Ferrara e la Neugeburt" - Samp News 24
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2012

Maresca a tutto campo: “Obama, Ferrara e la Neugeburt”

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Dopo l’intervista rilasciata ieri a Il Roma, oggi Enzo Maresca interviene sulle pagine de Il Secolo XIX per commentare la sua esperienza in blucerchiato, arrivata a tre mesi e finalmente degna di un bilancio. Non solo calcio, però, per un centrocampista che ha sempre dimostrato buone doti intellettive: “In Italia ho deciso di tornare per recuperare il tempo perso con la mia famiglia: ho un grandissimo legame con loro. Me ne andai di casa che avevo 11 anni, ora ne ho 32 e devo recuperare venti anni. Barack Obama? Sono rientrato in Italia dopo sette anni tra Spagna e Grecia e ho ritrovato le stesse facce, gli stessi politici. Cambiano gli allenatori e i giocatori, ma non chi è al vertice. Obama invece ha rappresentato una ventata di freschezza e lo stesso penso di Monti. Sono apolitico, ma sento che le decisioni di Monti stiano pesando su molte persone soltanto perché ci sono degli errori passati che vanno pagati. Non escludo, comunque, che smesso di giocare non vada a vivere a New York per qualche anno: mi attira moltissimo”.

Ferrara? Se parliamo del professionista è soltanto il mio allenatore, null’altro. Se invece parliamo dell’amico vi dico che lo conosco dal 2000 ed era uno di quelli che alla Juventus andava seguito e ammirato, per imparare qualcosa da lui. Non ci siamo mai persi: condividere questo ruolo in un momento difficile non è stato facile, anche perché lui soffre molto e ha sempre sofferto più del dovuto. Vi racconto quest’episodio: dovevamo giocare a Bologna con la Juventus e l’allenatore gli preferì Lavecchia: lui venne a chiedermi com’era ‘sto ragazzo, se poteva fare bene, ma senza invidia, soltanto per sapere se si poteva migliorare. Le sue qualità tecniche e morali sono rimaste invariate”.

“Tatuaggi? Ne ho cinque per ora. Il primo è la scritta “non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”. Poi c’è quello dedicato ad Antonio Puerta, mio compagno di squadra al Siviglia scomparso nel 2007. Il numero 16, che è il minuto in cui è morto, e la scritta “per sempre”. Il mio passato? Il mio cartellino 022090, alla Neugeburt, la società di Pontecagnano dove ho iniziato a giocare. Mio padre ancora ce l’ha nel portafoglio”.

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