Mantovani: «Dopo la scorsa stagione la risposta dei tifosi della Sampdoria è stata fantastica»

La figlia dell’ex presidente della Sampdoria Ludovica Mantovani ha rilasciato una lunga intervista sul passato dei blucerchiati

La figlia dell’ex presidente della Sampdoria Ludovica Mantovani ha rilasciato una lunga intervista per La Repubblica. Il tutto parlando in modo diffuso del passato della società blucerchiata e non solo. Le sue parole:

SAMPDORIA – «Ma dopo una stagione come quella scorsa, la risposta dei tifosi è stata fantastica. Fino a quando continueranno a cantare – come diceva nostro padre – per la Sampdoria non ci saranno problemi. Serve pazienza, per accogliere un nuovo progetto e nuovi investitori».

ESPERIENZA BLUCERCHIATA – «La mia prima esperienza lavorativa nello studio Carmen Pinòs (famosa architetto e designer catalana, ndr), una nuova lingua da apprendere. Le nottate passate a realizzare modellini virtuali. Fino al 1999. Quando la Samp retrocede in Serie B. Ho ringraziato mio fratello Enrico con una lettera, per avermi fatto vivere il mio percorso in autonomia: ma a 29 anni era tempo di stargli vicino. Tre stagioni nell’area marketing e comunicazione».

PAOLO MANTOVANI – «Si era reso conto che dalla tribuna non si vedevano i calcio d’angolo, e si stupiva – 34 anni fa – che non c’era l’area hospitality. Lo stadio deve essere un luogo di accoglienza: frequentato da famiglie intere, che ci vanno per godersi comodamente uno spettacolo, magari per mangiare insieme qualcosa, divertirsi e vivere l’emozione dello sport. Siamo la terra degli architetti, del buon cibo e del calcio, sarebbe così naturale coniugare le tre cose. All’estero lo hanno capito da tempo».

TORNEO RAVANO – «La sua eredità più importante. Per migliaia di bambini, l’opportunità di
vivere lo sport come materia alle scuole primarie dal 1985. Per noi, la possibilità di curare ogni dettaglio per venire incontro alle esigenze delle centinaia di istituti partecipanti. Tutelare questo fiore all’occhiello è un impegno che parte dal cuore, visto il suo grande impatto sociale con la nostra Fondazione. Nell’anno della Capitale Europea dello Sport, la Coppa Paolo Mantovani compie 30 anni: quale miglior edizione per venire a trovarci e scoprire questa realtà che oggi coinvolge 11 federazioni sportive e 12 tornei in contemporanea?».

PAOLO ROSSI – «Confermo Paolo si è “nascosto” a casa nostra …. ma quell’estate a Cap d’Antibes mi fa subito venire in mente un altro aneddoto. Dopo qualche giorno di esitazione, finalmente trovo il coraggio di buttarmi in mare da uno scoglio altro circa 12 metri. Che emozione, e che orgoglio! Risalgo le scale gocciolante d’acqua e corro felice a casa per dirlo ai miei: vedo in lontananza mio padre, viene verso di me. Tutta agitata gli dico: «Ce l’ho fatta papà, sono saltata giù!». E lui, con un sorriso che gli illuminava il volto, prosegue dritto verso i miei fratelli esclamando: «E io ho Trevor Francis!». Per un attimo mi sono infuriata: ma chi è questo Francis che mi rende invisibile agli occhi di mio padre, in una giornata così? Poi però l’ho conosciuto: la leggenda inglese, l’eleganza, nella squadra dei sogni. E ho capito».