2013

Malagò al Secolo XIX: «La Sampdoria deve avere il suo stadio»

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Giovanni Malagò, lo scorso 19 febbraio, venne eletto presidente del Coni e con quella corsa nel salone d’onore del Coni per abbracciare le sue figlie Vittoria e Ludovica è iniziata la sua avventura.

Il principale compito di Malagò sarà quello di rinnovare lo sport italiano, a dirlo è lui stesso in una lunga intervista rilasciata al Secolo XIX: «Bastava ascoltare le voci che provenivano dal territorio per capire che nello sport italiano esiste un radicale bisogno di cambiamento».
Il problema, in Italia, è che i buoni propositi ci sono sempre stati, in qualunque campo, ma poi rimanevano solo sogni incompiuti, programmi scritti su carte che non valevano nulla; decisa la risposta del Presidente del Coni: «Ecco, con me non funziona così, farò di tutto per portare a termine i progetti annunciati. Sono le idee che ho raccolto tra la gente, è indispensabile saper ascoltare. Non serve stare rinchiusi nel palazzo, almeno non serve per come sono fatto io».

Questo è quello che sperano tutti gli italiani amanti dello sport e non solo, sperano anche la famiglia Garrone e tutti i tifosi blucerchiati per veder realizzato il sogno del nuovo stadio, su cui Malagò si è espresso chiaramente: «Ogni società deve avere il suo stadio, il modello è questo. Vero, una società di calcio deve avere uno stadio dove possa valorizzare al massimo il suo brand, come succede in Inghilterra e Germania. Solo così il sistema funziona davvero».
Il nuovo Presidente del Coni è quindi a conoscenza della “problematica” stadi e sembra un punto forte del suo programma di rinnovamento, infatti come conferma lui stesso il 22 aprile sarà a Genova, per un incontro col Sindaco Doria in cui parlerà anche del progetto stadio presentato dalla Sampdoria: «Venerdì ho letto sul Secolo le parole del presidente Garrone e le ho molto apprezzate. Chiede che il nuovo parlamento vari la legge sugli impianti sportivi ed esorta il Coni a fare tutto quanto sia possibile per dare impulso a questa approvazione. E noi lo faremo, anzi lo stiamo già facendo. Dobbiamo dare nuovi impianti multifunzionali alle nostre città, saranno una risorsa straordinaria per la ripresa del Paese. Prendiamo l’impianto alla Fiera di Genova. La logica che muove Garrone è la stessa che ho in mente io: un impianto polifunzionale, non solo lo stadio per il calcio, ma anche un nuovo Palazzetto dello Sport, su un’area che ha un vitale bisogno di rilancio. Una certa esperienza nella cantieristica navale mi permette di conoscere i problemi della Fiera di Genova. Il 22 aprile sono a Genova, verrò ricevuto dal sindaco, so che una decina di giorni prima il progetto stadio avrà un importante passaggio in Comune, in commissione. La Coni servizi è advisor, sono fiducioso e so benissimo che sarà importante avere dal parlamento una legge sugli impianti, in tempi ragionevoli e quindi brevi».

Malagò sembra quindi molto fiducioso e deciso a portare avanti questa legge sugli stadi che si è arenata senza motivo, che neanche il Presidente del Coni sa spiegarsi: «Ho sentito molte versioni, dico che qualunque cosa sia successo si tratta di una cosa gravissima».
“Una cosa gravissima”, ha detto bene Malagò, perché in questo Paese, dove non si bada agli sprechi, sembra che per lo sport non ci siano risorse; a livello di strutture l’Italia è uno dei paesi più arretrati rispetto a quelli dell’Unione Europea, se si fa un confronto con Inghilterra o Germania il divario risulta troppo grande.
Con nuovi impianti, oltre ad avere dei nuovi punti di riferimento per le città, si creerebbero nuovi posti di lavoro, che aiuterebbero molti giovani disoccupati: «Realizzare un nuovo impianto sportivo crea un posto di lavoro a tempo in-de-ter-minato ogni 400 spettatori che verranno ospitati. Per uno stadio da 50.000 posti sono 125 disoccupati in meno. E per la costruzione si sale a due posti di lavoro a tempo determinato ogni 400 spettatori. Scusate se ve lo dico, ma io non vedo altre risorse del genere per dare un nuovo impulso a occupazione ed economia».

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