Ludovica Mantovani: «Già mio padre parlava di stadio della Samp: ci vuole una struttura completa» - Samp News 24
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2015

Ludovica Mantovani: «Già mio padre parlava di stadio della Samp: ci vuole una struttura completa»

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A margine dell’evento di presentazione dei Football Avenue Awards, Ludovica Mantovani si è fermata ai nostri microfoni per approfondire alcune delle tematiche che sono figlie del momento calcistico legato al marketing, parlando di sponsor e di nuove strutture. Analizzando, quindi, sia quello che è stato il passaggio di testimone nel Torneo Ravano, che ora l’ha resa plenipotenziaria dell’iniziativa, si è analizzato anche il modo in cui la Sampdoria si sta muovendo, oggi, sul lato sponsor.

«La società è passata di mano quest’estate, quindi ogni volta bisogna lasciare un po’ di tempo. Giudicare adesso l’operato di una ricerca dello sponsor non è facile. Sin City è stata un’operazione interessante, perché il temporary sponsor è una nuova maniera di poter vedere un brand su una maglia: è una novità ed è solo apprezzabile. Parà-Tempotest è una realtà incredibilmente importante, al quale non diamo molto rilevanza, sbagliando, perché all’estero è molto conosciuta: sarei molto fiera di questo brand sulle maglie. Per il resto bisogna aspettare un po’, bisogna capire qual è la strategia dietro, bisogna analizzare il dietro le quinte per capire meglio qual è la situazione, rispettando il lavoro che non si compie in un minuto. Oggi parlare di sponsor in Italia non è facile, siamo in un momento non facile: nelle mie piccole cose lo noto, perché bisogna trovare dei sistemi che aiutino a trovare dei rapporti che vanno oltre il brand. Vedo quanto realmente è difficile, bisogna vedere in che situazione ci troviamo. Vedo tutto con molto ottimismo, né penso si possa criticare l’andamento della situazione».

Argomento caldo, sempre d’attualità, è lo stadio di proprietà. La Juventus ce l’ha fatta, Ludovica Mantovani utilizza lo Stadium come punto di riferimento per Football Avenue, e non manca di tracciare la strada per una miglioria fondamentale in tal senso, parlando di strutture e ricordando che già il padre, Paolo Mantovani, aveva avanzato la proposta di una struttura nuova: «Per quanto riguarda la costruzione del nuovo stadio è difficile, ci si arriva vicini però poi non succede. Certi progetti c’erano, si sa, già noi volevamo un nuovo stadio: mio padre, quando il Ferraris era stato costruito, criticava tutto ciò che si sarebbe potuto fare. Era una persona lungimirante e pur vedendo che era bellissimo, perché il campo da gioco era vicino al tifoso, sottolineava come tutta la struttura per l’ospitalità fosse lacunosa. Il tema è molto attuale, ma va avanti da moltissimo tempo. So che in Italia è molto difficile costruire gli stadi, non solo a Genova. Ci si trova in una burocrazia molto difficile e ci sono delle leggi per le quali non siamo facilitati: non capisco il perché, pur rispettandolo. Trovo che la costruzione di nuovi stadi darebbe la possibilità di nuovi lavori, di attività parallele al calcio, un’altra immagine al nostro calcio, si potrebbero abbattere le barriere e i tifosi diventerebbero dei supporters. Fai avvicinare al calcio persone che fino al giorno prima non sarebbero andati e per contrastare la tecnologia dobbiamo offrire cose nuove. Non è più soltanto la partita, ma un pacchetto completo di esperienza vivendo la partita sin dalle 8 del mattino: tutti questi step devono essere pensati. Percorsi che dalla città portino allo stadio, magari delle attività per i bambini mentre si va allo stadio e c’è la partita. Ora parlano di dare il Ferraris in mano alle società, non è facile, ma può essere molto strategico: ci sono molti fattori in ballo, bisognerà trovare un accordo, non è facile. Quello che mi dispiace è il drenaggio, perché è un problema tecnico che dura da troppi anni. Vedere un campo devastato non piace a Sky: parliamo anche di diritti tv, un introito che arriva ed è importante per le casse delle società. 

Una chiusura sul Ravano, che la Sampdoria ha deciso di dare in gestione a Ludovica Mantovani e a Football Avenue: «Tutto cambia e niente cambia. Il Ravano entra in Football Avenue ed è diventato un evento molto importante, un appuntamento in un percorso. Prima di accettare di rilevare l’organizzazione l’ho dovuta integrare, non cambiare, ma distaccarla emotivamente da me, per far sì che il Ravano venisse non soltanto visto a Genova, ma per la sua internazionalità. Ci vogliamo aprire nel calcio business al forum e confrontarci con l’Europa, noi abbiamo il torneo calcistico scolastico più importante d’Europa: andare a Ginevra a dicembre e portare il Ravano e avere delle realtà che verranno da noi, per far vedere dei servizi, è meraviglioso. Il Ravano fa bene, è diventato parte di un percorso che non lo distacca dalla Sampdoria, anzi, loro sono stati premiati per questi anni. Questo è il regalo per mio padre, oggi che è la festa del papà, più bello del mondo. Oggi penso sia orgoglioso di me non perché sono in Lega Calcio, per questo mi direbbe che ho sbagliato, ma perché ho pulito le maglie dei bambini: lui teneva tantissimo a queste cose».

«Noi ringraziamo ERG perché c’è, c’è stata e ci sarà sempre: continuiamo insieme questo percorso. Voglio tutelare tutti quelli che ci hanno supportato negli anni e che lo faranno da oggi: tutti hanno sposato questa causa. Genova deve rendersi conto che è un gioiellino: non i sampdoriani, ma Genova».

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