Gli Ex

Spinosi: «Eriksson è una persona per bene. Alla Sampdoria…»

Pubblicato

su

Luciano Spinosi, ex vice allenatore di Sven-Goran Eriksson, ha rilasciato un’intervista parlando della Sampdoria e non solo

Luciano Spinosi oggi ha rilasciato una lunga intervista per l’edizione odierna del quotidiano La Repubblica. L’ex vice allenatore di Sven-Goran Eriksson ha parlato del tecnico svedese e della Sampdoria. Le sue parole:

COLLABORAZIONE CON IL TECNICO – «Sergio Santarini, suo storico collaboratore, andò a Roma a lavorare con Carlos Bianchi, e mi propose come vice. Non lo sentivo da quando stava finendo l’avventura in giallorosso e mi chiese di andare insieme a Firenze».

ERIKSSON – «Sven ha saputo evolversi. Arrivato in Italia con l’etichetta di tattico con un approccio severo, è riuscito a diventare anche un eccellente gestore grazie al suo carattere gentile, ma determinato. La sua bravura è stata di convincere i campioni a osservare le sue regole e i suoi principi di gioco».

SAMPDORIA – «Vivevo a Nervi e, amando il mare, è stato come vivere un sogno. Ho un piacevolissimo ricordo della famiglia Mantovani e di tutta la Samp, dal direttore Arnuzzo al mitico Bosotin. Con Sven disputavamo interminabili partite a tennis, uno sport che amava molto».

SCUDETTO CON LA LAZIO – «Riuscì a sfatare un tabù, a Sven sfuggì quello nel 1986 per la partita surreale contro il Lecce e nel 1999 per una serie di arbitraggi poco fortunati. In quel periodo, la Lazio ha dimostrato di essere tra le grandi d’Europa. In seguito, ci siamo sentiti e visti poche volte, ma il ricordo, la stima e la gratitudine è rimasta inalterata».

ESPERIENZA ITALIANA – «È un finto freddo. Scherzando gli si diceva che fosse più napoletano che svedese. Prima di tutto, è, però, una persona per bene, molto generosa e gentile, ma anche autoritario e deciso, se serve».

A MARASSI – «Lo saluto con affetto immutato e gli dico di godersi l’affetto dei suoi vecchi tifosi e di tutti i suoi ragazzi. Sono certo di poter dire che ha lasciato grandi ricordi nelle persone che hanno avuto, come me, il privilegio di poter essere suoi amici».

Exit mobile version