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Lotta al match-fixing, Presilla: «I calciatori hanno il divieto di scommettere, ma a volte non ne sono consapevoli»

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Pomeriggio ricco di impegni per la Sampdoria, che oltre ad aver sostenuto l’allenamento pomeridiano ed essersi messa in posa per la rituale foto di squadra, ha trovato anche il tempo per “tornare a scuola”, seguendo una lezione di lotta al match-fixing.

Nata da Lega Serie A e Sportradar AG, l’iniziativa ha fatto tappa a Genova e ha istruito i blucerchiati sulle conseguenze e sui rischi legati al mondo del calcioscommesse. «Siamo da anni il monitoring partner ufficiale della UEFA – spiega a Samp TV Marcello Presilla, Responsabile di Sportradar – quindi controlliamo tutte le partite Serie A e B dei 54 paesi UEFA, oltre a Champions League, Europa League e coppe nazionali. Siamo l’organo ufficiale che poi referta tutto alla UEFA nel caso in cui siano state riscontrate delle situazione sospette. I rischi possono essere molto elevati, soprattutto se i tesserati non sono a conoscenza delle disposizioni e dei divieti imposti sia dalla legge sportiva che da quella penale. I tesserati per un club professionistico hanno il divieto assoluto di scommettere su qualunque partita nel mondo, ma molti di loro non ne sono consapevoli, andando così incontro a pesanti accuse e a squalifiche dai campi di almeno 3 anni».

«Abbiamo avuto un ottimo riscontro dai giocatori – prosegue – e per noi è motivo di grande soddisfazione. Il nostro compito è quello di dar loro il maggior livello di informazione, utilizziamo la nostra esperienza e degli esempi molto concreti. In tutti questi anni ho notato che spesso i guai arrivano proprio dalla banalizzazione, dallo scherzare eccessivamente su alcune situazioni. Quindi sapere certe cose li protegge, li aiuta e permette loro di tenere comportamenti rispettosi  anche nei confronti di un club, dal quale i tesserati sono pagati e per il quale le squalifiche possono essere  distruttive».

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