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Linetty: «L’Italia è fantastica, alla Samp subito bene»
Karol Linetty si racconta. Il centrocampista della Sampdoria ha raccontato come è cambiata la sua vita dal momento del suo arrivo alla Sampdoria
Karol Linetty a 360°. Il centrocampista della Sampdoria, vero protagonista di questo avvio di stagione insieme a Lucas Torreira, ha colpito tutti per quanto mostrato in campo fin dal primo momento. Undici partite da titolare su dodici giocate, fin da subito prestazioni di alto livello. E ai microfoni di Pilka Nozna il centrocampista polacco ha ripercorso il cammino fatto fino a oggi, a partire dai giorni precedenti al trasferimento a Genova: «Mi ha aiutato la mia ragazza Wioletta. Al momento del trasferimento alla Sampdoria ero un po’ nervoso e stressato. Ma appena firmato il contratto, sono uscito per il primo allenamento e mi sono sentito molto bene. I ragazzi nello spogliatoio mi ha accolto gentilmente, l’atmosfera è divertente e vivere in Italia è fantastico. So dove voglio arrivare, sono sulla strada giusta, per questo non mi resta altro che continuare a migliorare e perseguire i miei sogni. La Sampdoria è un club di professionisti, dopo il mio arrivo sono stato messo nelle mani di una persona che mi ha aiutato nello sbrigare tutte le questioni burocratiche, limitando al minimo la confusione e mi ha aiutato nella ricerca di un alloggio».
SENZA PAURA – Nessun timore né in campo né fuori. Karol Linetty, coraggioso sul rettangolo verde non ha nemmeno avuto paura di misurarsi con la lingua italiana, che anzi sta imparando con piacere, nonostante l’inglese lo abbia già molto aiutato nel rapportarsi con i compagni. «Ho trovato un gruppo di amici a Genova, ci frequentiamo dopo gli allenamenti e le partite, quindi non vivo rinchiuso in quattro mura. Con la stragrande maggioranza dei ragazzi della squadra parlo inglese, quindi non ho alcun problema con la comunicazione. Ho già preso lezioni di italiano da un paio di settimane, così da non avere più barriere. Il mio maestro è un polacco, sono soddisfatto dei progressi. Quando non capisco qualcosa in allenamento semplicemente mi viene spiegato un’altra volta. Nessuno ha problemi con questo. Quando siamo in qualche parte con la squadra invece non devo vergognarmi a parlare. Posso ordinare al ristorante, chiedere un piatto senza l’ingrediente che non mi piace. Con queste piccole cose è più facile per me lavorare in una squadra».
IL SOLE, IL MARE – La vita in Italia non lo ha preoccupato affatto, merito dell’aiuto di chi gli è stato vicino prima del trasferimento: «A Poznan ho vissuto tanti anni in collegio, per questo in realtà non posso sorprendermi più di nulla. Ero preparato per andare all’estero per un lungo periodo di tempo, sapevo cosa aspettarmi. Ho parlato con i giocatori più esperti, i miei consiglieri, e questo ha ridotto al minimo il rischio di dovermi concentrare di più sulla mia nuova vita furi dal campo a scapito del pallone. Italia mi ha sorpreso solo la lunghezza della pausa. Quando c’è tanto sole, l’uomo sorride, vita è più facile. La gente è meno tesa, si gode la vita, tutto scorre più tranquillamente. In Polonia sono tutti frenetici».