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Falcone: «Lecce nel mio destino. Faggiano e Osti mi hanno convinto così»
Wladimiro Falcone si è presentato ai nuovi tifosi del Lecce: le dichiarazioni del portiere di proprietà della Sampdoria
Wladimiro Falcone si è presentato ai nuovi tifosi del Lecce. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal portiere (di proprietà della Sampdoria) in conferenza stampa.
LECCE – «La presenza del direttore Corvino ha influito molto nella mia scelta perché la sua fama lo precede, poi conosco il ds Trinchera ed è stato fondamentale per farmi prendere questa direzione. Ho voluto fortemente venire qui per fare un’esperienza nuova e giocare in una piazza importante di cui tutti mi hanno parlato molto bene. IL direttore Trinchera mi ha chiamato il lunedì dopo che finì il campionato di Serie A e mi ha chiesto se mi sentissi pronto per giocare con il Lecce. Io non ho avuto mezzo dubbio ed ho detto sì, dando la mia disponibilità con la sola volontà di giocare in giallorosso. Poi si sono susseguite una serie di trattative e io l’attesa di arrivare qui l’ho vissuta un po’ con ansia. Sapevo che alla Samp sarebbe rimasto Audero, io volevo giocare a tutti i costi, c’erano altre squadre e speravo che si sbloccasse la situazione. Ora sono decisamente contento di essere arrivato a Lecce e voglio solo dare il mio contributo alla causa giallorossa. Era un po’ nel mio destino. Anche quando c’era la possibilità di venire qui l’istinto mi diceva di venirci a tutti i costi. Osti e Faggiano mi dissero che era la scelta giusta, che la piazza era quasi da Champions League. Ora sta a me dimostrare le mie qualità e dare una mano in una fase difficile».
PRIMI GIORNI – «Ho avuto un approccio sereno e positivo con la squadra, tutti bravi ragazzi. Poi anche con l’ottimo metodo di lavoro che i preparatori mi hanno mostrato avere. Mister Baroni mi ha già parlato tanto, spiegandomi ciò che vuole da me e ci siamo subito trovati».
SERIE A – «Mi sento pronto per il Lecce e per il tipo di campionato che dovrà fare. So che ci sarà tanto lavoro da fare, spero ovviamente sia poco perché ciò vorrà dire che gli attaccanti avranno fatto tanti gol ed io starò più tranquillo. Ovviamente, però, questa Serie A si presenta come un campionato difficile, con tante squadre forti ed io dovrò fare i mio. L’anno scorso ho avuto comunque un’alta percentuale di parate perché sono arrivati tantissimi tiri, quindi sotto questo punto di vista posso dire di arrivare preparato».
CARRIERA – «Ho iniziato a giocare a calcio tardi, ad undici anni dopo 7 anni di nuoto e uno di basket, partendo subito da portiere. Non ho fatto scuola calcio, ma con i miei cugini mi capitava di essere spesso in porta così iniziai da portiere e la mia prima squadra fu la Lodigiani. Dopo il primo anno mia madre non sapeva se farmi continuare, poi un dirigente disse che aveva visto del talento in me».
CARATTERISTICHE – «Sui rigori spesso i compagni mi dicono che sono fortunato, che mi calciano addosso. Sicuramente ci vuole anche fortuna, ma un dirigente in passato mi disse che il portiere sui rigori non aveva nulla da perdere e da lì qualcosa è cambiato nel mio rapporto con i penalty, ne ho parati diversi sfruttando il mio talento ed il mio istinto con serenità. Le uscite? Essendo alto mi sento sicuro, i difensori mi hanno sempre detto che un portiere che esce in presa alta dà una grossa mano dunque cerco di dare sicurezza facendo il mio. E poi uscire in presa alta in mezzo a mille teste mi dà un godimento che nemmeno un miracolo sa darmi».
CHANCE – «So che questo è un anno spartiacque per me. Vengo da tanta C, con una stagione in B e solo 10 partite in A. Mi sono fatto trovare pronto, ma dieci gare sono poche per un portiere nel massimo campionato. So che avevo bisogno di esprimermi e che questa è un’occasione che non posso mancare. Qualcosa in me è scattato nell’anno in C alla Lucchese, quando il preparatore mi disse che avevo tanto talento ma non lo sapevo sfruttare. Così ho cercato di accelerare e sono arrivato ad avere questa grande opportunità di giocarmi la Serie A».
DIFESA – «Il rapporto con i difensori è fondamentale per un portiere. Poi ognuno ha il suo carattere, io devo essere bravo al modo in cui dire le cose ad uno o all’altro. Qui sono tutti bravi ragazzi, comandare la difesa sarà facile e mi fa stare tranquillo».