Le porte del Paradiso si chiudono (per ora) - Samp News 24
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2014

Le porte del Paradiso si chiudono (per ora)

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Così come dopo il miniciclo di vittorie consecutive nel derby e con il Cagliari, un altro tre a zero chiude le porte del Paradiso a Sinisa Mihajlovic, proprio nel giorno della conferma. Il 16 febbraio la Sampdoria si arrese di fronte alla Roma, una sconfitta che ci poteva stare che però si materializzò senza che la squadra mise sul campo la stessa grinta fatta vedere, ad esempio, nel derby. E se guardiamo più indietro, ci accorgiamo che anche dopo le vittorie contro Catania e Chievo, il Doria “sinisiano” non riuscì nell’impresa di ottenere la terza vittoria di fila, impattando sul Parma dei miracoli di Cassano e Donadoni.

Ieri come oggi la storia si ripete e per Sinisa Torino e Livorno diventano già un dolce ricordo, e forse anche la citazione dantesca di sabato, immediatamente cancellata con un coriaceo “senza palle” rivolto ai suoi al termine della partita. Ma lui, da vincente e motivatore, non si sarebbe aspettato un tracollo simile, in un campo storicamente ostico ma contro una formazione che prima del turno odierno condivideva con i blucerchiati lo stesso numero di punti in classifica. Per un ora l’Atalanta è stata padrona del campo, ha fatto tutto quello che avrebbe dovuto fare la Samp qualora avesse voluto vincere (gioco fluido e ripartenze veloci) e ha messo in risalto le difficoltà difensive doriane – già messe in luce da Mbaye e Paulinho una settimana fa ma poi oscurate dai quattro gol messi a segno nella ripresa – che da Roma in avanti ha subito dieci gol in cinque gare. Anche ieri la fitta ragnatela di scambi e controscambi nerazzurra ha messo a dura prova Mustafi e compagni, incapaci di reagire, forse perchè sta volta le barzellette di Sinisa non hanno fatto lo stesso effetto di sette giorni or sono. 

Non solo la difesa. Tutta la squadra fa perdere la pazienza a Mihajlovic, che è costretto – invano – a richiamare anzitempo Eder e Okaka per provare a scuotere l’unidici tutto con il tonico Maxi Lopez e l’outsider Sansone. Troppo poco, i cambi sono tardivi e non sufficienti a ridisegnare il volto di una formazione spenta, già virtualmente crollata nel primo tempo, seppur il secondo gol atalantino risulti essere viziato da un fallo (da prova tv) di Benalouane che stende con un sinistro degno dei migliori palcoscenici puglisticici il malcapitato Regini. La nota negativa è rappresentata da Eder, un giocatore involuto rispetto a qualche mese fa, che negli ultimi due mesi da bomber si è trasformato in uomo ombra (manca all’appuntamento con il gol da nove partite). 

Dieci partite al termine di una stagione agrodolce. Dieci partite che diranno se la Sampdoria vorrà vedere la luce paradisiaca ovvero se si accontenterà della penombra del purgatorio. 

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