2014
Le palle da fermo, la macchina da goal di Sinisa (FOTO)
Con l’arrivo di Mihajlovic, il campionato della Sampdoria ha preso una piega inaspettata: in undici partite è stato conseguito il 64% dei punti totali (18) e i goal subiti (10) sono stati inferiori alla metà di quelli subiti nelle dodici partite precedenti. I segreti li conosciamo bene: li vediamo in campo e li leggiamo negli occhi di tutti i calciatori che commentano, entusiasti, il cambio di panchina. Fiducia, motivazione e spirito di gruppo nello spogliatoio; pressing alto, possesso palla e atteggiamento propositivo sul rettangolo verde. E una grande abilità sulle situazioni di calcio da fermo. In particolare, dalle palle inattive sono arrivati sei dei quattordici goal segnati dalla Sampdoria di Mihajlovic. Sarebbe quindi il caso di approfondire l’argomento.
Non li analizzeremo tutti, ma solo cinque. Nella nostra analisi possiamo escludere l’autogoal di Barzagli, che non è stato determinato direttamente da una palla inattiva. Anche se, difficilmente l’esperto centrale bianconero avrebbe spinto la palla all’interno della propria porta se non ci fossero stati ben quattro uomini dietro di lui. Ma questa è una costante che, come vedremo, si è acutizzata soprattutto nella trasferta di Torino. Contro la Juventus è nata l’idea di invadere le aree avversarie, il successo ottenuto in quella partita ha fatto sì che quel tipo di atteggiamento venisse cavalcato anche nelle partite successive, tra cui quella di domenica scorsa.
1. EDER CONTRO IL CHIEVO. Il primo è quello segnato da Eder a Verona contro il Chievo, nato da un calcio d’angolo. Come si può vedere dall’immagine in basso, nell’area di rigore ci sono quattro giocatori della Sampdoria quando Palombo sta per calciare il pallone. Sono posizionati in una specie di U obliqua. De Silvestri (l’uomo piazzato al centro) si sposta repentinamente verso il primo palo, lasciando lo spazio per Soriano, che a sua volta si inserisce centralmente. Regini e Gastaldello semplicemente si spingono in avanti.
Quando il pallone arriva in area, i cinque giocatori della Samp sono disposti in una linea verticale e sul secondo palo, Gastaldello e Regini riescono a liberarsi dai rispettivi difensori. Tutti e quattro i giocatori sono potenzialmente in condizione di prendere il pallone, e in particolare Gastaldello e Regini sono abbastanza liberi da poter arrivare prima su un eventuale respinta del portiere. A prendere il pallone alla fine è forse quello posizionato peggio, Eder, che tra l’altro compie un bel gesto atletico nel fare un balzo indietro con la testa per centrare il pallone.
2. EDER CONTRO IL PARMA. Questa volta il goal nasce da un calcio di punizione battuto da posizione molto arretrata e defilata da Krsticic. Ciò che potrebbe non vedersi bene dall’immagine qui sotto è che i tre giocatori in area di rigore sono disposti nella zona superiore dell’area di rigore, abbastanza distanti da dove sarebbe poi arrivato il pallone di Krsticic. Eder (evidenziato dal cerchietto rosso) segue la traiettoria del pallone, passa davanti a un difensore del Parma, sfrutta il mancato intervento di Gobbi (cerchietto azzurro) e riesce a portarsi davanti a Mirante. Non so se si sia trattato di una situazione studiata e provata in allenamento, o se il movimento di Eder derivasse unicamente da una sua intuizione. A occhio, opterei per la seconda ipotesi considerando che non si vedono i grandi movimenti corali che contraddistinguono le altre reti da calcio piazzato.
3. GASTALDELLO CONTRO L’UDINESE. I quattro in area di rigore partono da posizioni diverse, ma quando parte il calcio di punizione di Gabbiadini tagliano verso lo stesso spazio, creando densità al limite dell’area piccola. Ad arpionare il pallone è Gastaldello, marcato con eccessivo spirito d’amicizia da Heurtaux.
È una situazione diversa da quella di Verona: i giocatori non si mettono in linea ma aggrediscono lo stesso spazio. A Torino, e cioè qualche riga più in basso, capiremo in che modo questo particolare può creare dei vantaggi.
4. GABBIADINI CONTRO LA JUVENTUS. L’acme del farsi pericolosi da palle inattive si realizza proprio nella trasferta dello Juventus Stadium e coincide con la materializzazione lampante dei problemi, già mostrati a Cagliari e poi enfatizzati nuovamente a Verona, dei bianconeri nel gestire difensivamente queste situazioni. Sono almeno quattro le occasioni chiave che la Sampdoria crea da palla inattiva: tra cui i tiri di De Silvestri e Mustafi, miracolosamente parati da Buffon, l’autorete di Barzagli e, appunto, il goal di Gabbiadini.
Rispetto a tutto ciò che abbiamo visto prima c’è un evidente peculiarità: i giocatori in area di rigore non sono tre, nè quattro, ma molto spesso sei. In occasione del goal di Gabbiadini addirittura sette (quanti al posto di Mihajlovic si sarebbero presi un rischio simile contro la Juventus?).
I tanti uomini portati avanti dalla Sampdoria confondono i difensori juventini (tra cui Vidal) che seguono i cinque uomini che tagliano centralmente portando ad una situazione a metà tra quella vista a Verona e quella di Genova contro l’Udinese. La disposizione ha la forma di una linea, ma le distanze tra gli uomini sono più ravvicinate rispetto alla situazione di Verona. Gabbiadini si defila dall’ingorgo centrale e viene completamente perso da Vidal, che si preoccupa di seguire il pallone e la massa di giocatori che avevano tagliato verso il centro. Quando Buffon respinge, Gabbiadini è completamente libero e può comodamente appoggiare la palla in rete.
5. GASTALDELLO CONTRO IL CAGLIARI. Personalmente l’ho trovato molto bello, e tra tutti forse è quello che si riesce ad apprezzare di più, essendo i movimenti facilmente visibili. E, soprattutto, appare come una soluzione nuova, inedita: segno che il lavoro sulle palle inattive si rinnova continuamente e porta a schemi e meccanismi sempre diversi. Palombo batte il calcio d’angolo corto e serve Krsticic: nel frattempo, nell’area di rigore succede quanto rappresenta l’immagine qui sotto.
Ci sono sei giocatori in area di rigore: Okaka è il terminale offensivo, alle sue spalle ci sono Eder e Gabbiadini, vigilati da tre uomini. Più indietro, De Silvestri e Gastaldello partono dalla stessa posizione, pronti a tagliare verso il primo e il secondo palo. Il cross sarà lungo e premierà Gastaldello, che sarà bravo a incornare schiacciando la palla in porta.