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Lazio, battaglia in Federcalcio per il caso tamponi: la strategia del club
La Lazio si prepara alla battaglia in Federcalcio per difendersi dalle accuse della Procura sul caso tamponi: ecco la strategia
La linea difensiva della Lazio è pronta, le idee sulla strategia da seguire nel dibattimento davanti al Tribunale federale è chiara, anche se all’interno del club non c’è serenità dopo i deferimenti per il caso tamponi. Il motivo? Benché il presidente Lotito e i medici siano convinti di avere rispettato il protocollo anti-Covid, e lo ripetano con convinzione, anche loro sanno che tutto si deciderà in base all’interpretazione delle norme.
Come riporta Il Messaggero Lotito sta studiando – coadiuvato dall’avvocato Gentile – la strategia di difesa per quel che concerne il deferimento sul caos tamponi. Il PM Chiné farà valere tutti di documenti in suo possesso e chiederà almeno 4 punti di penalizzazione in capo alla Lazio. In ogni caso, la decisione finale sulla questione spetterà al giudice Mastrocola, poi ci saranno eventualmente altri due gradi di giudizio.
Il club cercherà di far valere – documenti alla mano – il protocollo Uefa. La Synlab, laboratorio centrale circa la materia tamponi molecolari della Serie A, avrebbe dovuto avvisare la ASL. «Il protocollo Uefa prevede che il laboratorio che esegue le analisi (Synlab, ndr) comunica il risultato alla regione Toscana per quel che riguarda i calciatori italiani. E se trova il calciatore di una squadra straniera positivo, non cerca l’autorità sanitaria competente ma lo comunica al club» ha detto l’avvocato della Lazio Gentile.
Pare anche che il club protesterà alla procura un difetto di giurisdizione nonché dubbi sui tamponi. Quasi una resa dei conti, insomma, in un periodo in cui i presidenti sono spaccati per le decisioni sui diritti televisivi. La sensazione è che si vada verso un confronto aspro davanti al Tribunale federale: da una parte la Lazio, dall’altro il procuratore capo Chinè.