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L’ambizione araba per la Champions League

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L’Arabia Saudita vuole partecipare alla Champions League 2024/25: l’ipotesi “wild card” e i possibili scenari

L’Arabia Saudita è la protagonista del calciomercato europeo. Sembra un paradosso, ma in realtà non lo è. Dopo le prime anticipazioni negli anni scorsi, in estate i soldi degli investitori arabi sono arrivati con grande forza anche nel continente europeo. Tanti i campioni che hanno lasciato le principali squadre europee per trasferirsi in Oriente.

Questo ha ovviamente scombinato un po’ tutti gli equilibri, non solo in termini economici ma anche di valori sul campo e quindi di pronostici: tutte le quote aggiornate sono sempre online su Rabona Scommesse.

Ma non è tutto. Gli arabi sembrano non volersi fermare a determinare il calciomercato internazionale. Non bastano i migliori calciatori: la loro ambizione ora sembra esser rivolta ai migliori tornei, ovverosia alla Champions League.

Le squadre arabe in Champions League: l’ipotesi “wild card”

Negli ultimi giorni, dall’Arabia Saudita rimbalza una notizia a dir poco scottante: come anticipato sopra, le principali squadre arabe mirerebbero a partecipare alla Champions League, la più importante competizione per club europei – e quindi mondiali.

Secondo gli addetti ai lavori asiatici, a questi così ricchi investitori non basterebbero più competizioni internazionali comunque di prestigio come l’Arab Cup (vinta pochi giorni fa dall’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo) e la Champions League asiatica. Gli sceicchi starebbero infatti pensando di introdursi “con la forza” anche nei tornei del continente europeo, per accrescere così la propria visibilità e il proprio status a livello globale.

Come? Proponendo alla Uefa, il massimo organo calcistico europeo proprietario dei diritti della Champions League, di permettere ad un club arabo – quello vincitore della Saudi Pro League, il massimo campionato nazionale – di partecipare alla competizione della prossima stagione tramite “wild card”. Una sorta di permesso speciale per la più forte squadra araba per entrare a tutti gli effetti a far parte dell’Olimpo del calcio europeo.

Questa proposta sarebbe valida a partire dalla Champions League 2024/25, l’edizione in cui tutto verrà stravolto: non ci saranno infatti più i classici 8 gironi di qualificazione, bensì un girone unico con 36 squadre e sfide di andate e ritorno, da cui poi si arriverà alle partite ad eliminazione diretta.

L’ambizione araba dunque è davvero tanta. Anzi, massima. L’obiettivo è infatti la Champions League.

Le squadre arabe in Champions League: i possibili scenari

Queste indiscrezioni devono ancora esser confermate dalla Uefa. Al momento il massimo organo calcistico europeo non ha ricevuto alcuna richiesta ufficiale da parte delle squadre arabe.

Su tutto ciò rimangono ancora molti dubbi da chiarire, alcuni dei quali sembrano irrisolvibili. Tanto per cominciare, la partecipazione di una squadra araba toglierebbe il posto ad una squadra europea che invece si è guadagnata di diritto la possibilità di partecipare alla tanto bramata Champions League. Servirebbe quindi, eventualmente, un cambio di regolamento.

In secondo luogo, l’inserimento di un club asiatico imporre problemi logistici non indifferenti. Al di là delle difficoltà di spostamenti di quest’ultimo, questo creerebbe disagi anche per le squadre europee costrette a spostarsi a distanza di poche settimane da un continente all’altro tra il martedì e il mercoledì sera.

Infine, il problema principale: la questione che riguarda il Fair Play Finanziario. In Europa, tutte le squadre sono controllate e non possono superare certe soglie economiche, né a livello di versamenti nelle casse dei club né come ingaggi per i giocatori. Questi limiti invece non esistono per gli arabi che, essendo di proprietà del Fondo di Investimento Pubblico (PIF), sono liberi di spendere i propri soldi come vogliono.

Siccome l’Uefa non toglierà mai il Fair Play Finanziario ed appare molto complicato che questo venga in qualche modo applicato ai club arabi, ecco che la situazione sembra insostenibile: questa differenza creerebbe squilibri insostenibili in Champions League.

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