2015
Lady Ferrero e la sua Firenze: «Forza Samp&Doria, come dice Massimo»
Massimo Ferrero è spesso sulle tribune del Ferraris per assistere alle gare della sua Samp, così come lo si vede presente in trasferta. Accanto a lui una presenza fissa, quella della compagna Manuela Ramunni. Fiorentina doc, 39 anni, per lei la gara di sabato tra i blucerchiati e i viola vedrà il cuore diviso a metà tra il suo passato e il suo presente.
PRESENTE BLUCERCHIATO – Ci si chiede innanzitutto se preferisca Lady Samp o Lady Ferrero: «Mi chiamo Manuela, potete chiamarmi semplicemente Manuela», risponde la Ramunni in un’intervista telefonica a “Il Secolo XIX”. Tuttavia, il suo cuore sabato non sarà veramente diviso a metà. Il presente è troppo importante e quando le si chiede chi tiferà domenica, la risposta giunge forte e chiara: «E c’è bisogno di chiederlo? Per la Sampdoria ovviamente! Anzi, per la Samp&Doria, come dice Massimo. Sono fiorentina e amo molto la mia città, ma da giugno mi è esplosa questa passaione per la Samp e non vedo nient’altro».
PASSATO VIOLA – Il passato però è da tifosa della Fiorentina: «Da fiorentina ho avuto sempre in grande simpatia la squadra della mia città e da ragazza mi piacevano i suoi campioni, ma non sono mai stata un’ultrà, se è questo che volete sapere». La Ramunni è anche andata qualche volta al Franchi: «Qualche volta sì, ma sono più le volte che i vari fidanzatini mi lasciavano a casa e andavano solo loro (sorride, ndr). Il destino delle ragazze, in fatto di tifo, è spesso di restare a casa». Ci sono dei campioni che le sono rimasti impressi: «Se devo esser sincera la mia passione è sempre stato Roberto Baggio, poi ho ammirato Batistuta e il primo grande Antognoni, però le emozioni del Codino erano un’altra cosa».
TENSIONE ED EMOZIONI – Con Ferrero in tribuna i due sembrano sempre molto uniti, anche nelle esultanze per i gol blucerchiati: «Ci siamo trovati nel vivere le cose con quest’intensità. Qualcuno mi dice che forse dovrei esser più diplomatica, restare più nella forma, ma noi non ce la facciamo: siamo così. Io penso che allo stadio si debba liberare ciò che si ha dentro e andrei anche oltre. Nel rispetto degli altri, ovviamente». L’emozione più forte da quando ha abbracciato la Samp è stato il Derby della Lanterna, quello d’andata: «Ero così tesa che mi è venuto un attacco d’ansia, come quando si deve dare un esame all’università…».