2015

La licenza UEFA c’è. Avvocati e giornalisti improvvisati anche

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C’è una teoria, in Italia, secondo la quale l’unico mestiere nel quale ci si può abilmente improvvisare è quello del giornalista. Parlare, scrivere, raccontare, dire, è una prerogativa di chiunque abbia una bocca o, nel caso di chi scrive, delle dita e delle mani. Una teoria affascinante, non c’è che dire, ma allo stesso tempo decisamente ignorante, nella fattispecie abituata a ignorare alcuni aspetti, tra cui l’abusivismo della professione. Ma senza dilungarci ulteriormente in quello che è uno sfogo prettamente personale, ma che spero condividiate almeno un po’, mi preme quest’oggi chiarire una situazione che da circa ventiquattro ore sta scuotendo l’ambiente blucerchiato.

La U.C. Sampdoria, come da documentazione ufficiale proveniente dall’Ufficio Licenze UEFA e FFP datata 8 maggio, ha ottenuto, anche quest’anno, la licenza UEFA, ovvero l’autorizzazione a prendere parte alle competizioni europee nel corso della stagione 2015/16. Se sarà Europa League, il Doria ci sarà, diversamente da quanto accadrà al Genoa, che per ora ha ricevuto anche un “no” al primo ricorso, per il mancato versamento di alcune rate riguardanti i pagamenti di Fetfatzidis e Vrsaljko. Qualcuno, però, ha pensato bene di andare a ripescare un articolo dello Statuto UEFA, precisamente il 50.3, che così recita:

“L’ammissione a una competizione di una federazione o di un club direttamente o indirettamente coinvolto in attività che tentino di prestabilire o influenzare il risultato di una partita nazionale o internazionale può essere rifiutata con effetto immediato, senza precludere altre eventuali misure disciplinari. Se, in base a tutte le circostanze di fatto e alle informazioni disponibili, la UEFA conclude che un club è stato coinvolto direttamente e/o indirettamente dopo l’entrata in vigore dell’articolo 50(3) degli Statuti UEFA (27 aprile 2007) in attività che tentino di prestabilire o influenzare il risultato di una partita nazionale o internazionale, la UEFA dichiarerà tale club non idoneo a partecipare alla competizione. La non idoneità è valida solo per una stagione calcistica. Per quanto riguarda il verdetto, la UEFA può affidarsi (ma non ne è vincolata) alla decisione di un organo sportivo nazionale o internazionale, un tribunale arbitrale o un tribunale di stato. La UEFA può astenersi dal dichiarare un club non idoneo a partecipare alla competizione se un verdetto relativo alle stesse circostanze da parte di un organo sportivo nazionale o internazionale, un tribunale arbitrale o un tribunale di stato ha già avuto l’effetto di impedire al club di partecipare a una competizione UEFA”.

L’attività nomofilattica esercitata da chi ha ripescato l’articolo è lodevole, salvo tre aspetti fondamentali di cui non si è tenuto conto: il primo fa riferimento al Torino, allo stesso modo della Sampdoria invischiato in una situazione analoga e chiamato al patteggiamento nelle stesse misure del Doria. Un punto di penalizzazione e di 30.000 euro di multa per la responsabilità oggettiva scaturita dall’illecito a firma di Alessandro Pellicori: alla Sampdoria la responsabilità oggettiva, come ricordate, arrivò attraverso le mani di Stefano Guberti, anch’egli condannato a tre anni di sospensione dalle attività sportive. Era l’agosto del 2012, stesso e identico periodo per entrambe le società: il Torino l’anno scorso la licenza UEFA l’ha ottenuta e sfruttata quest’anno, percorrendo diverse tappe in Europa. Cosa cambierebbe ora con la Sampdoria?

Il secondo punto da tener presente è che la società di Corte Lambruschini già nel corso della scorsa stagione aveva ottenuto la licenza, proprio come Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Roma, Udinese e Verona, oltre ovviamente al Torino. Chi non la ottenne fu il Parma, che dalla sua aveva ben altri cavili burocratici da risolvere, non legati a illeciti sportivi, ma a mancati pagamenti. L’UEFA non si è dimenticata l’anno scorso dell’illecito e sicuramente non se n’è dimenticata quest’anno. Se licenza UEFA fu l’anno scorso, perché non quest’anno?

L’ultimo aspetto, che è sicuramente quello più interessante, è che la decisione oramai è stata presa. L’anno scorso, così da voler tenere il Parma come precedente vincolante, nonostante il nostro non sia un sistema di common law ma di civil law, la licenza ai ducali non venne data nemmeno in prima analisi, rifiutandola dal primo step, senza doverci ripensare successivamente. Così come quest’anno, d’altronde, al Genoa. Ben vengano i ricorsi, ma la decisione dell’UEFA è chiara, non fallace: se la licenza è stata concessa è perché la valutazione è stata compiuta in maniera ponderata, valutata e analizzata a dovere. Il nulla osta c’è, la Sampdoria può andare in Europa. Parlare della Commissione di Controllo che non valuta la società blucerchiata dal 2010 – data dell’ultima richiesta per apparire in Europa – e che quindi ancora non avrebbe avuto modo di trattare l’illecito del 2012 è come dire che finché non si guarda il soffitto non si saprà di trovarsi chiusi tra quattro mura. 

Fare supposizioni è sicuramente interessante, così come avanzare ipotesi che possano fare clamore è un passatempo lodevole, ma improvvisarsi avvocati, esperti di leggi o quant’altro soltanto perché si è stati capaci di leggere una normativa è troppo semplicistico. Significherebbe che tutti potremmo vestire i panni dei giurisprudenti ed esercitare il mestiere dell’avvocatura, oppure, per dire, quello del giornalista. Ah no, scusate, quello accade già. 

Ora, visto che avete letto perfettamente il 50.3 dello Statuto UEFA, andate a leggere anche il 348 del codice penale. Non si sa mai.

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