2013
La leggerezza di chiamarsi Poulsen
Alla fine non è andata: Simon Poulsen sarebbe dovuto essere il proprietario della fascia sinistra di difesa, proseguendo la tradizione nordica, lasciata in sospeso dall’addio di Reto Ziegler. L’anno scorso, la Samp ha faticato molto su entrambi i settori di fascia; a sinistra, però, ci sono stati i problemi più grandi. Castellini non ha soddisfatto le attese, anche a causa di un anno passato più in panchina che in campo a Roma; Costa era ed è un centrale da difesa a tre e non può certo fare il terzino con grandi risultati. Alla fine, la Samp si è convinta che mancava qualcosa in estate e ha preso il danese sullo scadere del mercato, insieme ad Enzo Maresca.
Tutti contenti, sopratutto i tifosi, visto che il terzino era reduce da un ottimo Europeo con la Danimarca; inoltre, l’esperienza con l’AZ di Alkmaar e l’aver giocato anche l’ultimo Mondiale garantiva la possibilità di avere un giocatore formato, che poteva fungere anche da leader silenzioso per la squadra, sebbene egli dovesse superare anche l’ostacolo della lingua. La risposta dei tecnici – Rossi e Ferrara – è stata pessima: nessuno dei due lo ha sfruttato a dovere o gli ha concesso le chance per dimostrare che fosse giusto etichettarlo come bidone. La pessima argomentazione del «se l’hanno fatto fuori tutti e due, qualche motivo ci sarà» non regge, perché sono le prestazioni a rendere un giocatore utile o meno per le sorti di una squadra.
Si potrebbe dire che, forse, Poulsen non era adatto al campionato italiano: purtroppo, anche questo non lo sapremo mai. Perché non si può bocciare senza appello chi gioca appena 187′ in un’intera stagione. Sarebbe ingeneroso, ingiusto, ma sopratutto molto facile per chi guarda da fuori. La cosa che ancor di più mi stupisce è l’ostracismo ingiustificato verso il ragazzo: vago per il web e trovo reazioni entusiastiche all’ipotesi che possa andar in Grecia. Così come mi stupisce la totale disponibilità della Samp a liberarsene anche a parametro zero, non guadagnandoci nulla: molto sospetto. Sarebbe cosa gradita capire almeno il perché di questa voglia irrefrenabile di lasciar andare un giocatore che non ha neanche mai creato problemi (a meno che la società non ci stia dicendo qualcosa…) e che ha accettato la panchina in silenzio.
Insomma, il mistero Poulsen rimarrà irrisolto, a meno che il suo volto non si riveda in quel di Bardonecchia. In quel caso, speriamo che il danese venga testato; altrimenti, è inutile che la Samp punti all’estero. Meglio di un nazionale danese, con un Mondiale ed un Europeo alle spalle, a parametro zero, non si troverà.