2015

La Grande Bellezza

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Se sia presto o meno per rispolverare l’impresa del 25 aprile 2010 non è dato saperlo. Non ancora. Di certo il 2-0 della Sampdoria a Roma un poco fa commuovere, di certo fa inorgoglire e senza dubbio continua a far sognare, ma di uno di quei sogni che piano piano si avvicinano alla realtà. Passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, giocata dopo giocata. 

Nel successo dell’Olimpico c’è tutto e ce n’è, per tutti. C’è la solidità di un gruppo da battaglia, il sacrificio del collettivo, la sapienza di un tecnico, la zampata di chi non t’aspetti e le giocate dei campioni. La musica, la poesia, pure un poco di storia. Ma sí, buttiamocela dentro. Qui non si tratta di scomodarla, semmai di onorarla. C’è, se non prima di tutto ma di certo sopra, il tutto, l’eleganza cristallina di un leader silenzioso che di nome fa Samuel Eto’o. Lasciatemi partire da lui. Un Signore di 34 anni che ha fatto il terzino per 90 e passa minuti, disegnando calcio e sorrisi, sterzate, lampi di luce. Il tutto dentro quel rettangolo verde in cui, con maglie e primavere diverse, aveva già vinto tutto. Ma il tutto è niente, se sei nato per fare il leader. Leader silenzioso, appunto. Al servizio di una Samp che ora ha il diritto e la tranquillità per provarci. Fino alla fine.

E non mi sono scordato degli altri eh. Emiliano Viviano. Alla faccia di tutti i detrattori. Lorenzo De Silvestri. Moto perpetuo e goleador. La difesa tutta. La mediana tutta. L’attacco. Tutto. La Sampdoria, insomma. Col gioiello di Muriel, anche e non solo. L’ultima scena di un film da Oscar. La Grande Bellezza blucerchiata. Regia di Sinisa Mihajlovic. Produzione di Massimo Ferrero.

Scusate se faccio anche un po’ troppo lo scemo stasera. Concedetemelo. Domani mi sveglierò. Per ora no. Non ce n’è davvero motivo…

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