La domenica con Lei - Tre sberle alla sufficienza - Samp News 24
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2014

La domenica con Lei – Tre sberle alla sufficienza

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Non è stata la prima sconfitta dell’era Mihajlovic, quella di ieri all’Olimpico di Roma, ma è stata, senza dubbio, la peggior prestazione finora offera dalla squadra blucerchiata da quando è stata affidata al tecnico serbo. La Samp ha giocato con sufficienza e ordine solo per la prima mezzora di gara per poi crollare di fronte a una Roma paziente, razionale e piena di talento. Per cercare di ottenere un risultato positivo contro una squadra così forte non si può certo fare una partita insipida. Il Doria aveva perso anche a Torino contro la Juve e al San Paolo contro il Napoli. Ma se in quelle occasioni la squadra di mister Mihajlovic se l’era giocata, fatto confermato dai dati statistici sul possesso palla (52% a Napoli, 50% a Torino), altrettanto non si può dire della sfida contro i giallorossi di Garcia (che ha tenuto il pallone per il 61% del tempo). Il dato sul possesso palla, seppur legato a un numero e per questo da prendere sempre con cognizione di causa, è una delle cose sulle quali Mihajlovic dovrà riflettere poichè è un dato che sta andando negativamente nelle ultime partite: 44% col Genoa e 41% col Cagliari. Ieri la percentuale si è abbassata ancora, sicuramente anche per bravura della Roma. 

La Sampdoria ieri non se l’è giocata a viso aperto, ha pagato a caro prezzo degli errori individuali sui gol (su tutti quello posizionale di Regini in occasione della prima rete di Destro) e un atteggiamento psicologico remissivo nei confronti di una squadra, quella giallorossa, brava a sfruttare le grandi qualità dei suoi singoli che il tecnico Garcia sta plasmando in un collettivo solido e di sicura prospettiva. Nella prima mezzora il Doria si è mosso con ordine e razionalità, chiudendo bene gli spazi ma senza quasi mai essere pericoloso nelle ripartenze (eccetto quella palla non controllata per un soffio da Eder). Abbastanza buone le spaziature concesse a Gervinho e Florenzi, ben contrastate le sovrapposizioni dei terzini e gli uno contro uno dei centrocampisti giallorossi. Il tutto, però, è durato troppo poco. La partita si è sbloccata solo nel finale di primo tempo grazie alle ottime prestazioni di Mustafi, sempre più in crescita, e Gastaldello, che ha macchiato la sua gara con un ingenuo intervento che gli è valso espulsione e conseguente squalifica contro il Milan (assieme a De Silvestri). Male, invece, sia Regini (disattento e ingenuo in più di una occasione) che Soriano, incapace di concretizzare le buone idee che nascono dai suoi movimenti (manca sempre qualcosa). Se nel primo tempo la corsa non è mancata, con Wszolek e Gabbiadini sugli scudi a livello di generosità, nella ripresa la Samp ha praticamente smesso di giocare dopo l’uno due che ha cambiato la gara: rigore netto non dato al Doria per fallo di mano di Benatia e calcio di punizione vincente di Pjanic (con la collaborazione di Da Costa, al quarto gol subito su punizione questa stagione). Dopo il 2-0 c’è stato, semplicemente, il nulla più totale, eccetto i cartellini pesantissimi a De Silvestri e Gastaldello che hanno compromesso la loro partecipazione alla prossima partita.

La Samp ha perso meritatamente contro una squadra nettamente più forte e questo, nel nostro campionato, ci sta. Nessun dubbio a proposito. Non c’è alcuna differenza nel perdere bene, come contro Napoli e Juve, o nel perdere male in termini di classifica. Quello che non è funzionato, e rappresenta l’elemento di discontinuità rispetto alle precedenti partite contro le grandi, è stato l’atteggiamento mentale e tattico della Samp, condito da troppi errori concettuali e tecnici sottolineati dalla forza degli avversari, e reso ancora più evidente da una remissività non propria della squadra vista nelle ultime undici partite. Il dato sul possesso palla, nella sua negatività, è una costante preoccupante delle ultime gare che deve essere invertita al più presto poichè, pur nella sua materialità, apre a un concetto molto caro a mister Mihajlovic: la Samp, per default, deve cercare sempre di giocarsela e per farlo deve aver anche il pallone fra i piedi, soprattutto nella metà campo avversaria. Contro Genoa e Cagliari la nave ha retto, ieri è affondata pesantemente. Difficile dire di più di una partita giocata con sufficienza dal Doria per mezzora e conclusasi all’ottavo della ripresa. Quello che rappresenta questa pesante sconfitta non è, come ha detto intelligentemente Mihajlovic, da ignorare ma nemmeno da drammatizzare. Questi tre gol sono, figurativamente, altrettante sberle rivolte a una squadra che non deve perdere nemmeno per un secondo quella fame che le ha permesso di ottenere un discreto vantaggio sulla zona calda. La sufficienza non basta e non basterà nemmeno contro squadre meno blasonate della Roma. A volte queste partite ti fanno, in qualche modo, rimettere in discussione alcune dinamiche che è bene non dare mai per scontate visto che mancano molte giornate alla fine. Guai a sentirsi arrivati e rimboccarsi le maniche per raggiungere quanto prima l’obbiettivo. La sveglia è servita? Lo scopriremo presto. 

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