2015
La Domenica con Lei – Senso di inadeguatezza
Inadeguatezza. La parola che ha risuonato nella mia mente durante la pessima figura fornita dalla Sampdoria di Mihajlovic contro il Napoli, in quella che doveva essere una partita fondamentale nella corsa all’Europa League. Il Doria ha straperso, come troppo spesso è accaduto quest’anno in occasione di alcune sconfitte, dando segnali preoccupanti in un momento decisivo della stagione. Il Napoli ha giganteggiato e, senza grosse difficoltà, ha nettamente sconfitto una squadra che, fino a qualche settimana fa, le stava sopra in classifica. È difficilissimo salvare qualcosa in una debacle così netta e, forse, non è nemmeno la cosa giusta da fare. Il senso di inadeguatezza palesato dal Doria lo si avverte in tutta la sua significanza di fronte a una prestazione semplicemente non all’altezza né dell’avversario ne tantomeno della posta in palio. Fa male assistere a partite come questa, soprattutto alla luce dello splendido campionato finora disputato dai ragazzi di Mihajlovic. Se vogliamo fare un po’ di ordine, cosa mai scontata in situazioni come questa, è bene porre l’attenzione su alcuni aspetti significativi che hanno caratterizzato in negativo la prestazione della Sampdoria.
Il primo aspetto riguarda la quantità smisiurata di errori tecnici individuali che si sono avvicendati all’interno della gara. Non sono certo solamente gli errori raccapriccianti di Viviano, in occasione del 1-1, e di De Silvestri, in occasione del 3-1, a determinare questa tendenza. La Samp ha sbagliato tantissimo per tutta la gara, tenendo pochissimo, se non in maniera estemporanea, il possesso del pallone. Non si faceva in tempo a recuperare una palla che questa era già persa. Passaggi sbagliati, anche elementari, controlli di palla approssimativi e tanta, tantissima, insicurezza. Gli errori tecnici o tattici, come in occasione del primo gol di Higuain, dove un semplice dai e vai ha mandato in tilt spaziature e posizionamenti difensivi, hanno fatto la differenza in maniera talmente netta che risulta difficile non attribuire a questi buona parte dei demeriti per lo sviluppo della partita. Il Napoli ha sostanzialmente fatto e disfatto la gara sfruttando la quantità enorme di errori tecnici sciorinati dagli uomini di Mihajlovic.
Il secondo aspetto riguarda l’atteggiamento tattico. Il 4-2-3-1 proposto al San Paolo non ha avuto la minima efficacia, nemmeno sui principi basilari che tale modulo esplicita. Sia la fase di contenimento, sia quella di transizione hanno decisamente deluso sotto molteplici punti di vista. Gli errori tecnici uniti alle spaziature mal sfruttate, vuoi per passaggi sbagliati, vuoi per un baricentro troppo basso e senza continuità di manovra, hanno tolto qualsiasi appeal al modulo adottato da Mihajlovic. La Samp, inoltre, si è trovata di fronte un Napoli estremamente offensivo (in campo contemporaneamente Insigne, Gabbiadini, Callejon e Higuain) e non è mai, eccetto in occasione del gol dello 0-1, riuscita ad attaccare gli spazi concessi dalla squadra di Benitez. Il modulo è preso diventato un 4-5-1, con Eto’o ed Eder (sostiuito poi da Muriel) a fare gli esterni di centrocampo, lontanissimi dalla porta e dal vertice dell’attacco. La prestazione di Okaka è stata estremamente negativa. Non ha mai vinto un duello aereo, si è quasi sempre fatto anticipare e non ha permesso mai alla squadra di salire. Se a questo aggiungiamo il suo non proverbiale fiuto del gol abbiamo uno spaccato reale dello sviluppo offensivo della squadra blucerchiata. Il primo fallo significativo subito da Okaka, spalle alla porta, è avvenuto solamente al 29′ del seconto tempo. Il suo primo tentativo di tirare verso la porta è avvenuto con un colpo di testa al 41′ del secondo tempo finito in fallo laterale. Difficile giocare a Napoli se non attacchi mai e sei constantemente senza gestione del pallone, in totale balia degli avversari. Se poi il tuo centravanti gioca praticamente da difensore aggiunto per gli avversari l’impresa diventa titanica. Questo non significa assolutamente che la colpa della sconfitta è da ricercare nella prestazione di Okaka, giocatore apprezzabile e da rispettare, quanto nello sviluppo di alcune idee di gioco che, anche per prestazioni individuali, non hanno avuto mai una singola chance di essere portate a compimento.
Il terzo e ultimo aspetto riguarda l’atteggiamento mentale. I ragazzi di Mihajlovic sono apparsi stanchi e leggermente sconnessi dal trend della partita. Il Napoli è stato invece totalmente dentro la gara e lo ha dimostrato spazzando via l’avversario nonostante lo svantaggio iniziale. La cosa che più preoccupa, secondo me, è l’incapacità che spesso il Doria palesa quando deve reagire in maniera forte e repentina. Il linguaggio del corpo è stato, invece, esattamente il contrario di quello che ci si sarebbe aspettati. Inizia il secondo tempo e, dopo aver rifiatato e riordinato le idee, ecco immediatamente il gol del 3-1 che ha chiuso definitivamente la partita. Straperdere così non è certo da squadra da Europa League.
La strada ora è decisamente in salita, soprattutto perchè le inseguitrici sembrano essere molto più determinate. I quattro punti persi con Milan e Cesena, la figuraccia di ieri sera riportano il Doria in una posizione molto scomoda che, nonostante l’attuale quinto posto, rimette tutto completamente in discussione. Se i ragazzi sapranno uscire velocemente da questa involuzione allora l’Europa verrà raggiunta senza dubbio. Altrimenti significherà che non andarci è esattamente quello che ci si merita. Poche chiacchiere e parola al campo.