La domenica con Lei – Punto inatteso: il Doria c’è

La Sampdoria di Delio Rossi conferma quanto di buono era emerso nelle ultime partite dimostrando di essere una squadra vera, con una precisa idea di calcio e un’identità caratteriale solida. Le premesse non erano certo delle più rosee visto il blasone dell’avversario, l’atmosfera generata dalla pesante sconfitta di quest’ultimi in Europa League e dal passo falso della Juventus a Roma. Una giornata senza punti doveva essere. Doveva… ma non è stato così.

Rossi (o meglio Limone) si presenta al San Paolo con l’ormai consueto 3-5-2, caratterizzato dalla novità Sansone in avanti. Modulo quasi speculare a quello della squadra di Walter Mazzarri. La differenza è data dalle posizioni dei vertici di centrocampo: alto dietro la punta Hamsik, basso davanti alla difesa Krsticic. Questa disposizione mette proprio uno contro l’altro i due giocatori che hanno dovuto lottare per superarsi e trovare gli spazi giusti per scatenare le proprie giocate. Alla fine possiamo dire che Hamsik-Krsticic è finito con l’annullamento reciproco: zero a zero. Se nel lato sinistro Estigarribia non è stato molto impensierito da Mesto (ma non lo ha nemmeno attaccato con continuità), nel lato destro De Silvestri ha dovuto fare gli straordinari. Oltre a dover badare ad Armero (prova decisamente incolore) si è dovuto preoccupare più volte di Insigne, schierato da Mazzarri molto largo a sinistra. Il giovane talento napoletano ha si creato scompiglio tattico, arretrando la sua posizione per poter creare gioco e superiorità numerica dalle retrovie, ma ha anche lasciato solo Cavani, ingabbiato per tutta la partita dai tre bravi centrali doriani. In più il pressing siderale di Poli ha infastidito non poco la mediana partenopea con continui schermi sulle linee di passaggio e interdizioni da mediano d’altri tempi. La cosa più interessante della partita è stata senza dubbio la posizione di Sansone che ha giocato fra le linee di centrocampo e attacco. Il giocatore ex Sassuolo è di una concretezza disarmante: pressa, recupera e accelera. Fino a che Sansone è riuscito a reggere fisicamente la Samp ha avuto un senso dal punto di vista offensivo. Nel secondo tempo infatti le sortite in avanti sono state assai meno concrete e qualitativamente più approssimative. Il ragionevole (ma rischioso) calo nella ripresa ha tolto alla Samp il mordente offensivo e dato al Napoli più campo. Icardi ha mostrato ancora belle giocate combinate a un processo di crescita molto rapido ma ancora alle fasi iniziali. Eder, pur sempre con la solita generosità, mi è sembrato un po’ frenetico mentre Maxi un po’ sovrappeso. La cosa confortante è che, eccezion fatta per il palo di Hamsik, si è rischiato molto poco. Cavani, chiuso nella morsa difensiva blucerchiata, ha arretrato il suo raggio d’azione senza però trovare mai il ritmo giusto. Insigne largo a destra non l’ha mai vista (Costa strepitoso) e Pandev, a parte qualche buon gioco sul piede perno, non ha mai concluso a rete o creato spazi per inserimento di esterni e centrocampisti.
Quello che emerge da questa partita è che la Sampdoria c’è. È sul pezzo, come si suol dire. Le caratteristiche che si evincono da queste prestazioni sono: solidità difensiva, equilibrio emotivo- nervoso e concretezza. Delio Rossi è riuscito a dare a questa squadra le armi necessarie per poter raggiungere la salvezza e impostare la Sampdoria del futuro. Guai a mollare però.

SEGNO PIÙ
La difesa. Oltre alle belle prove di Romero, dei tre centrali, con quella di Costa che spicca su tutte, hanno ben figurato anche De Silvestri ed Estigarribia. Subire pochi gol è l’ingrediente principale per arrivare presto a quota 40 punti.

SEGNO MENO
Il progressivo calo fisico della ripresa. Considerando che il Napoli aveva giocato Giovedì mi ha un po’ sorpreso. Davanti si doveva tenere di più il pallone: avremmo rischiato ancora meno.

DA RIVEDERE
Il recupero di Maxi Lopez e Maresca (mai visto con Rossi). Sono due tasselli fondamentali e la loro riabilitazione fisica e tattica sarà di primaria importanza per il futuro prossimo.